All”apparenza sembrano comunicazioni ufficiali della Camera di commercio. In realtà si tratta di proposte commerciali, da parte di privati, per l’erogazione di servizi pubblicitari. Lo segnala la Camera di commercio di Parma mettendo in guardia gli imprenditori che, anche in questi giorni, stanno ricevendo bollettini con richieste di pagamento formulate in modo ingannevole. “Queste richieste – precisa l’ente di Via Verdi – non hanno nulla a che fare con la Camera di commercio e con i suoi adempimenti. Da anni, inoltre, il pagamento del diritto camerale avviene tramite modello F24 e non con bollettini postali.”
I bollettini ingannevoli, periodicamente – e spesso in occasione dell’iscrizione al Registro delle Imprese o nel periodo di versamento del diritto annuale – vengono spediti alle imprese con diciture che possono far credere di essere stati inviati dalla Camera di Commercio, oppure con frasi che richiamano l’obbligo di pagare in quanto aziende iscritte al Registro Imprese (es.: casellario unico telematico imprese … rilascio certificato di adesione con codice di attribuzione..proposta di inclusione nell’elenco delle ditte….iscrizione al portale….riservato alle ditte iscritte a camera di commercio, industria, agricoltura ed artigianato (cciaa), rilascio certificato di adesione con codice di attribuzione…). “Sono tutte proposte commerciali di servizi “pubblicitari” alle quali siamo completamente estranei”, ribadisce la Camera di commercio.
BOLLETTINI E DOCUMENTI DA INVIARE
L’ultimo inganno è di questi giorni. Molte imprese del territorio stanno infatti ricevendo una comunicazione con questa dicitura:“ Iscrizione Registro Imprese – Nuova registrazione del (segue una data) – N° di fascicolo (segue un numero)” con i dati dell’impresa precompilati e con l’invito a effettuare le correzioni in caso di dati errati o omessi e a restituire il modulo firmato via fax entro una data indicata. Con caratteri minuscoli è indicato che si tratta di un servizio di pubblicazioni dei dati aziendali al costo mensile di 71 euro per due anni.
TELEFONATE SOSPETTE
Le imprese hanno inoltre segnalato casi di telefonate da parte di sedicenti incaricati della Camera di commercio che, con scuse apparentemente valide, chiedono informazioni come coordinate bancarie, fatturato, numero di conto corrente, attività, dati di bilancio. Anche in questo caso la Camera di commercio dichiara la propria estraneità e invita le aziende alla massina attenzione e prudenza. “Nel dubbio – ribadiscono – è bene contattare l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (Urp), al recapito: 0521 210257, email: [email protected],) oppure l’associazione di categoria di riferimento o il professionista di fiducia“.
Accertato che la comunicazione non proviene dalla Camera di commercio, l’impresa può effettuare una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato. L’AGCOM avvierà un’indagine e al termine si pronuncerà sull’ingannevolezza o meno della comunicazione oggetto di segnalazione. Sulla base di questa pronuncia, gli interessati potranno agire a titolo individuale per far invalidare il relativo eventuale contratto e chiedere il risarcimento dei danni subiti. Gli interessati possono rivolgersi al giudice ordinario ai sensi delle norme del Codice Civile che vietano gli atti di concorrenza sleale (artt. 2598, 2599, 2600 C.C.).
Sul sito della Camera di commercio sono pubblicati esempi di comunicazioni ingannevoli pervenute alle imprese: http://www.pr.camcom.it/news-eventi/attenzione-alle-richieste-di-pagamento