Lo storico Festival Internazionale di Performing Arts Natura Dèi Teatri, diretto da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto di Lenz Fondazione, torna e amplia la propria programmazione strutturandosi in due parti: la prima in apertura della stagione estiva, dal 20 giugno all’1 luglio e la seconda nella consueta collocazione autunnale, dal 18 al 25 novembre. Natura Dèi Teatri porta a compimento il progetto dedicato all’artista visivo Richard Serra. Porte, Punto cieco e Scia sono i temi concettuali del triennio 2015-2017, il cui campo di indagine si orienta sul macrotema della Materia del Tempo nei linguaggi della creazione contemporanea. Scia è la suggestione dell’edizione 2017.
«Solo il deserto lascia scie durature, tracce visibili fino al prossimo forte vento, fino alla prossima tempesta di sabbia» suggeriscono i direttori artistici «In fisica la scia è uno sconvolgimento prodotto in un fluido da un corpo in movimento che lo attraversa. Le particelle microscopiche del fluido creano una minuscola rete di fili che non corre così veloce e perciò si attarda, crea piccoli vortici e poi scompare. Nel deserto la sabbia, più pesante del fluido, rimane a segnare quel passaggio, lo disegna, lo conserva fino a quando può. Il lavoro dell’artista, come un corpo che corre e attraversa, lascia scie che hanno durate differenti: alcune rimangono un tempo breve, altre un tempo lungo, altre ancora per sempre. La scia traccia il tempo, la durata dell’opera d’arte e la potenza del suo corpo nell’attraversare lo spazio, la forza della sua corsa. La questione di un “campo spaziale-temporale” è stato motivo conduttore della nostra ricerca triennale sull’opera/esplorazione di Richard Serra nella quale la componente materica, installativa e visuale è stata chiave determinante per drammaturgia, corpo dell’attore, imagoturgia ed esperire dello spettatore. La Materia del Tempo di Richard Serra ci ha permesso di ideare un progetto che avesse di per sé “peso materico” e non fosse soltanto corsa di pensieri. Nel caso di Scia, pensiamo a un deserto di sabbia che possa tracciare i diversi passaggi, le orme delle corse creative degli artisti ospiti e nostre. Gli spazi da attraversare saranno diversi, tra monumento storico e vie urbane, tra edificio teatrale e museo contemporaneo, ognuno trasformato nel proprio deserto creativo, nel quale incidere scie di pensiero e di materia artistica. Fino alla prossima tempesta».
Ventidue anni di storia. Quattordici soggetti artistici in programma: Lenz Fondazione, Teatro delle Moire e Alessandro Bedosti, MK, Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, Opera, DOM-, Monica Bianchi e Tihana Maravić nella sezione estiva; Tim Spooner (Regno Unito), Carla Bozulich (USA), Robin Rimbaud aka Scanner (Gran Bretagna), Fiorella Iacono, Adriano Engelbrecht, Claudio Rocchetti e Monica Bianchi (Italia) in quella autunnale. Ventisei repliche per tredici proposizioni performative – di cui sei prime assolute. Due residenze internazionali: Robin Rimbaud e Tim Spooner. Una residenza nazionale: Monica Bianchi. Molteplici luoghi di spettacolo: la Crociera dell’ex Ospedale Vecchio, Scalone monumentale della Pilotta, Lenz Teatro e diversi spazi diffusi sul territorio urbano.
Natura Dèi Teatri 2017 si aprirà il 20 giugno con l’avvio dell’imponente progetto biennale di Lenz Fondazione dedicato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, suddiviso in tre site-specific performativo-musicali ispirati a Inferno, Purgatorio e Paradiso, realizzati in tre luoghi significanti della città di Parma, rispettivamente: il Termovalorizzatore (2018), la Crociera dell’ex Ospedale Vecchio – Archivio di Stato e il Ponte Nord: «Dal vuoto al pieno, dall’esclusione alla partecipazione reale del cittadino al suo patrimonio culturale e urbanistico, nuova geografia e recupero di bellezza sostenibile, ponte tra ponti, pensiero acquatico che scorre nel torrente in secca sotto il ponte che niente congiunge, arte/azione reale nel teatro che aspira al teatro ancor prima dell’ultimo muro, prima della “fine lavori”» riflettono Francesco Pititto e Maria Federica Maestri «Proporre una profonda riflessione su architettura, comunità e cultura, tramite un’indagine drammaturgica e installazioni performative site-specific significa collegare idealmente due periodi fondamentali della storia di Parma. Ricercare l’origine e specchiarla nel contemporaneo è sempre da stimolo per sentirsi parte di una grande tradizione e di un presente che possa esserne all’altezza. Edifici monumentali attraversati da monumentali opere letterarie, teatrali, musicali nelle forme artistiche più avanzate. Il grande monumento poetico di Dante rifrange la condizione umana e artistica degli attori sensibili del teatro di Lenz Fondazione nei luoghi della costrizione dolorosa, del teatro sospeso, dell’illusione».
Purgatorio di Lenz Fondazione debutterà alla Crociera dell’ex Ospedale Vecchio debutterà martedì 20 giugno con repliche fino all’1 luglio. «I penitenti di questo Purgatorio/Ospedale – spiega Francesco Pititto, responsabile della drammaturgia e imagoturgia – rigurgiteranno frammenti della loro lingua “di mezzo” dalle grandi bocche delle imponenti navate, dalla platea/incrocio priva di ogni arredo risuoneranno cadenze e ritmi popolari, dai varchi denudati delle antiche funzioni il dialetto si farà eco di nuove sofferenze dantesche. Tanti Daniel Arnaut contemporanei – il migliore dei poeti volgari tra i lussuriosi del canto ventiseiesimo – tanti espianti trovatori alla ricerca della preghiera che li conduca fino alla cima della montagna, fino al Paradiso Terrestre. A metà tra la poesia della lingua infernale – violenta, tragica, dannata – e la potenza sublime della voce corale del sacro paradisiaco, la lingua concreta della vita, originaria e cruda del dialetto ci restituisce dritta e gravida la verità della condizione umana, tra satira volgare e invenzione popolare».
Purgatorio si avvarrà della musica e installazione sonora di Andrea Azzali e vedrà in scena Valentina Barbarini, Fabrizio Croci, Paolo Maccini, Frank Berzieri e Delfina Rivieri insieme alle attrici e agli attori delle Compagnie dialettali di Parma Roberto Beretta, Sonia Iemmi, Ylenia Pessina, Mirella Pongolini, Cesare Quintavalla, Silvia Reverberi e Valeria Spocci.
Il Teatro delle Moire e Alessandro Bedosti, artista già ospite del Festival Natura Dèi Teatri, giovedì 22 giugno presenteranno Vous êtes pleine de désespoir, esercizio di riflessione e di ri-fondazione intorno al mito della sirena: «La figura che qui viene evocata è ben lontana dall’ottimismo di certe pose o di certe immagini della società contemporanea».
Martedì 27 giugno Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi, duo artistico che dal 2008 conduce una ricerca che intreccia danza, performance e arte visiva, proporranno Le Jardin, spettacolo nel quale «due figure vagano in un paesaggio immaginario costantemente trasformato dai loro gesti. Esaminano e plasmano l’intorno imbarcandosi in una prova di forza tra loro e ciò che li circonda».
Opera, gruppo di ricerca artistica diretto dal regista e artista visivo Vincenzo Schino e dalla danzatrice e coreografa Marta Bichisao, giovedì 29 giugno presenterà MA#MUSEO: «L’ideogramma giapponese tradotto con la parola MA è uno speciale tipo di sensibilità estetica esprimibile come uno spazio vuoto, un silenzio o un’immobilità tra due cose. La danza dialoga con un’architettura di sculture mobili in fil di ferro e virtuali, proiezioni video e luce. Il suono è raccolto dal vivo dal movimento degli oggetti e restituito sotto forma di live electronics».
Sabato 24 giugno la Compagnia MK leggerà alcuni spazi nel centro storico di Parma con Veduta: «È un formato modulare» suggerisce il coreografo Michele Di Stefano «con cast e durate variabili, dedicato alla città e alla visione prospettica del paesaggio urbano. Il pubblico fruisce la performance in cuffia, affacciato ad un punto panoramico da individuare di volta in volta. Il punto di vista è ampio e può interessare spazi molto vicini e molto lontani, collegati tra loro dalla traccia sonora (registrata in olofonia con una forte impronta cinematografica) e dalla dislocazione dei performer». A Parma, Veduta sarà interpretata da Biagio Caravano, Roberta Mosca e Laura Scarpini. Le musiche sono di Lorenzo Bianchi Hoesch, che ha ideato Veduta insieme a Michele Di Stefano.
Sabato 1 luglio è in programma MU – metafisica urbana a cura di DOM – (un progetto nato nel 2014 dalla collaborazione tra Leonardo Delogu e Valerio Sirna che indaga il linguaggio delle performing arts): «MU è un’esplorazione dentro la città di Parma, un esercizio di contemplazione e di speculazione filosofica in movimento. Si appoggia sul concetto di thinking by making, cioè sulla capacità di imparare e di elaborare pensiero a partire dall’esperienza sensibile». I partecipanti saranno chiamati a mettersi in viaggio per qualche ora intorno all’imbrunire, dentro un atto collettivo che terminerà con un brindisi.
Venerdì 30 giugno Monica Bianchi, artista in residenza a Lenz Teatro per il biennio 2017-2018, presenterà in forma di studio Trash Vortex. La studiosa di teatro e arti performative Tihana Maravić giovedì 22 giugno proporrà un dialogo a partire da “Vado a prendermi gioco del mondo. Dal folle in Cristo in Bisanzio e in Russia, al performer contemporaneo” (Firenze, La Casa Usher, 2016): «Il folle in Cristo è una figura complessa. È allo stesso tempo un buffone, un profeta, un guaritore, un convertitore, un visionario. Maravić mette in relazione la contraddittoria e paradossale figura del folle in Cristo, con il teatro contemporaneo. Questo studio restituisce vitalità a un custode di una conoscenza antica e dimenticata e serve da veicolo per una lettura filosofica e antropologica dell’arte attoriale e della funzione del performer».
La sezione autunnale di Natura Dèi Teatri, in partenza sabato 18 novembre, avrà come protagonisti Tim Spooner (Regno Unito), Carla Bozulich (USA), Robin Rimbaud aka Scanner (Gran Bretagna), Claudio Rocchetti (Italia), Adriano Engelbrecht (Italia), Fiorella Iacono (Italia) e Monica Bianchi (Italia).