“Non sono razzista“. Luigi Alfieri, candidato sindaco della civica Alfieri per Parma, risponde a muso duro alle accuse che gli sono state mosse dal gruppo parmigiano di Amnesty International. Alfieri si dice “profondamente indignato” da questa etichetta perché “la mia storia e la mia carriera dimostrano il contrario. L’ultimo libro che ho scritto ‘Parma non ha Paura’, contiene un capitolo (a pagina 44) che s’intitola proprio ‘Niente razzismo’. La verità è che il colore della pelle non c’entra niente, è il tipo di attività la discriminante. Se queste persone fossero bionde e con gli occhi azzurri il problema rimarrebbe”.
La questione è ovviamente quello dello spaccio di droga, sempre più saldamente in mani straniere, con vere e proprie bande – soprattutto nigeriane – che si contendono le piazze più redditizie, dal San Leonardo all’Oltretorrente.
“Invito i responsabili di Amnesty International a fare una passeggiata con me in viale Vittoria o anche in San Leonardo o al Pablo per valutare insieme se la realtà è quella che descrivono nel comunicato: “Il video non riprende o denuncia attività sospette di spaccio, ma semplici momenti di convivialità e socialità di cittadini extracomunicatari” – tuona Alfieri -. È molto curioso che questo intervento sia stato fatto ora, proprio nel pieno della campagna elettorale. Quello che sorprende sono i tempi e i modi di questa presa di posizione che si riferisce a una mia intervista del 10 maggio”.
Inoltre Alfieri si chiede anche “come mai l’associazione non sia intervenuta nei confronti dell’avvocato Laura Cavandoli, anch’essa candidata sindaco che il 23 maggio alle 12.04 scriveva nel suo profilo Facebook: “Nella zona Oltretorrente non tutti i migranti sono spacciatori, tuttavia tutti gli spacciatori sono stranieri”. Nel frattempo, con il progredire della campagna, quasi tutti i candidati sindaco hanno sollevato la problematica dello spaccio, qualcuno ha addirittura parlato della mafia nigeriana”.
Secondo Alfieri sarebbe quindi “meglio smetterla con il buonismo e il politically correct ed essere realisti” e sintetizza così la sua posizione: “Chi rispetta le regole ha tutta la mia stima; lo considero un mio concittadino; chi le infrange no. Anche se è biondo e con gli occhi azzurri“.
Amnesty International contesta a Luigi Alfieri l’intervista in cui “il candidato sindaco nel proporre le sue soluzioni, si riferisce alla problematica degli spacciatori sul territorio non in quanto tali, ma scheda in tale categoria unicamente persone di altra nazionalità come se la drammaticità dello spaccio derivasse dal colore della pelle o dall’appartenenza ad un altro Paese”. Nel mirino soprattutto l’espressione usata da Alfieri: “per diminuire lo spaccio di stupefacenti da parte di questi personaggi extracomunitari che girano avanti e indietro in bicicletta”. Ma anche il fatto che “il video non riprende o denuncia attività sospette di spaccio, ma semplici momenti di convivialità e socialità di cittadini extracomunitari”.
Secondo Amnesty “lo spaccio è una piaga che attanaglia questa città e deve essere fortemente e strenuamente contrastata“, senza additare la nazionalità degli spacciatori perché “si innescano meccanismi di paura, di sospetto, di odio infondato nei confronti di questi ragazzi che arrivano in Italia molto spesso perché spinti dalla disperazione, dalla guerra, dalla fame, dalle carestie ed epidemie e si ritrovano sfruttati e inseriti nel mercato illegale della droga perché abbandonati e privi di una reale possibilità di integrazione”.