Votiamo Bergamini, ma a Parma la sinistra è già fallita

Votiamo Bergamini, ma a Parma la sinistra è già fallita

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In vista delle elezioni amministrative dell’11 giugno, il quadro politico cittadino esprime in maniera plastica ed esemplare lo stato critico e fallimentare della sinistra.
Come da alcuni anni sta accadendo i lavoratori e i giovani, in Italia, e nel resto d’Europa, approfittano di qualsiasi elezione, sia essa politica, amministrativa o referendaria, per mandare un chiaro segnale contro le elite politiche ed economiche che considerano responsabili del peggioramento delle loro condizioni di vita. Ma come potra’ esprimersi questa linea di tendenza sulla scheda elettorale che i cittadini di Parma si troveranno fra le mani?

Rifondazione Comunista conferma la sua crisi e la sua mancanza di visione politica, accodandosi alla candidatura di Ettore Manno del Pci, un classico amministratore di centrosinistra, da sempre subalterno al Partito democratico e che quindi non viene giustamente percepito come il candidato autentico di quell’alternativa di cui i lavoratori e i giovani sono alla ricerca.

Ci sono poi alcuni settori di movimento che strizzano l’occhio a Federico Pizzarotti, forse sedotti dall’illusione di poter avere un interlocutore nel sindaco uscente, ma evidentemente indifferenti alle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori di Parma che in questi 5 anni sono stati il bersaglio delle sue politiche, costruite attorno ad un programma fatto di attacchi ai dipendenti comunali, di tagli e di dismissioni di beni pubblici, di peggioramento delle condizioni di lavoro del personale educativo in appalto nelle scuole, di tagli ai servizi per l’infanzia e di aumento delle rette, di raddoppio dell’addizionale Irpef. Queste sono le politiche che hanno permesso a Pizzarotti di potersi fregiare di aver ridotto del 40% la misura del debito ereditato dalla giunta Vignali. Al contrario, sono rimaste sostanzialmente intatte le società partecipate, a capitale misto pubblico e privato, che sono state lo strumento principale attraverso cui le banche e gli imprenditori locali hanno potuto continuare a lucrare e fare profitti.

Infine, c’è la candidatura di Laura Bergamini, una lavoratrice degli asili nido comunali, con una lunga esperienza di militanza sindacale proprio al fianco di uno dei settori della classe lavoratrice maggiormente colpiti da Pizzarotti.
In un contesto in cui altri settori della sinistra confermano una logica subalterna al Pd o si orientano chiaramente verso una candidatura filo-padronale, Sinistra Classe Rivoluzione vuole invece esprimere la propria indicazione di voto per una candidatura, quella di Laura Bergamini, che ha un chiaro profilo di classe e che è chiaramente contrapposta a qualsiasi ipotesi di accordo con il Pd o con Pizzarotti.

Questa nostra dichiarazione di voto per la Bergamini, tuttavia, non è in nessun modo un atto di fiducia nei confronti della sua organizzazione politica, il Partito Comunista, il cui profilo ideologico e politico e’ essai distante da cio’ di cui avremmo bisogno per ricostruire una sinistra di classe capace di entrare in connessione con il profondo sentimento di rabbia e di opposizione di cui vediamo nuove conferme, sia nel nostro paese che a livello europeo e non solo. Sinistra Classe Rivoluzione continuera’ a lavorare a questa prospettiva con quelle forze politiche, sindacali e sociali che condividono la necessita’ di un’autentica alternativa di classe e rivoluzionaria.

Sinistra Classe Rivoluzione Parma

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