Parlava tanto nelle conversazioni intercettate dai Carabinieri del Nas di Parma, ma davanti al giudice Maria Cristina Sarli ha preferito tenere la bocca ben chiusa. Come quasi tutti gli altri indagati finiti ai domiciliari nell’ambito dell’operazione Pasimafi che ha portato alla luce lo scandalo nella sanità parmigiana, anche il professor Guido Fanelli si è avvalso della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia davanti al giudice Sarli e al pm Giuseppe Amara.
I suoi legali – Salvatore Coniglio e Mario Bonati – hanno spiegato la scelta, che dicono essere solo momentanea, con la non completa, ancora, conoscenza degli atti processuali contenuti in un fascicolo piuttosto corposo, costruito in quasi due anni di indagini.
Gli inquirenti probabilmente non si attendevano elementi utili dall’interrogatorio di stamane, ma Guido Fanelli resta per loro il principale indagato, in quanto ritenuto a capo dell’organizzazione che comprendeva medici e manager di case farmaceutiche. Un giro di mazzette per promuovere e far acquistare alcuni farmaci e prodotti a discapito di altri. Si parla anche di impiego di prodotti non ancora autorizzati su pazienti ignari. Ma questo viene smentito dall’Azienda ospedaliera di Parma.
Riconosciuto in via Farini, il professor Fanelli è stato pesantemente insultato da una passante. Sicuramente però gli è andata meglio che a Marcello Grondelli, preso a sassate venerdì all’uscita dal tribunale.