Scelte unilaterali dell’azienda e deterioramento delle relazioni sindacali. In sintesi, peggioramento delle condizioni di lavoro. Questi i motivi che hanno spinto Cgil, Cisl e Uil allo sciopero generale dei lavoratori di Iren Spa di tutte le sedi della multiutility, da Parma a Torino, passando per Reggio Emilia, Genova e Torino.
Nonostante la pioggia, già dalle prime ore della mattina i dipendenti di Iren hanno dato vita a un presidio di protesta davanti alla sede di strada Santa Margherita. Non rivendicano contratti o stipendi, ma chiedono certezze su un futuro che appare sempre più nebuloso. Anche a causa di un progressivo ridimensionamento della presenza degli enti pubblici territoriali nella governance dell’azienda, ormai Spa e sempre più in mano ai privati. Il confronto è sul ruolo che Iren dovrà svolgere sul territorio, sugli investimenti promessi, sul mancato rispetto degli accordi sindacali sottoscritti anche in Prefettura. Con la mancata sostituzione delle unità di personale collocate a riposo. I sindacati temono inoltre il trasferimento a Torino del servizio di Telecontrollo, ovvero del pronto intervento, con tutti gli addetti. Già oggi, infatti, sembra che diversi dipendenti in servizio a Parma facciano in realtà riferimento alle sedi di Torino e di Genova.
Insomma, per Cgil, Cisl e Uil e le rispettive sigle di categoria, il rischio di una marginalizzazione del territorio con conseguenze insostenibili innanzitutto per i lavoratori, dagli orari di lavoro ai turni, è più che concreto.
Un altro problema non secondario è quello che riguarda i lavoratori del servizio ambiente (leggi), attualmente in regime di proroga fino ad aprile e in alcuni casi senza stipendio da mesi da parte delle rispettive coop di appartenenza, costrette ad aggiudicarsi i lavori con il sistema del massimo ribasso. Cosa che impedisce loro di avere poi la possibilità di rispettare contratti (i lavoratori chiedono l’applicazione del Fise) e compensi.
Sindacati e lavoratori hanno chiamato a gran voce la politica e hanno incontrato, tra gli altri, i parlamentari Patrizia Maestri, Giuseppe Romanini e Giorgio Pagliari, il consigliere regionale della Lega Fabio Rainieri e il sindaco Federico Pizzarotti. Proprio quest’ultimo, adesso, dovrà convocare i vertici di Iren Spa per trovare una via d’uscita alla vertenza. Pizzarotti ha inoltre anticipato di aver intrapreso azioni sinergiche con le amministrazioni di Reggio Emilia e Piacenza, che coinvolgono anche i comuni del territorio, per avere un maggior peso al tavolo delle trattive con la multiutility.
“Non chiediamo aumenti salariali – hanno chiarito i rappresentanti dei lavoratori – ma il rispetto delle regole e degli accordi sottoscritti, come ad esempio le assunzioni concordate in occasione dei prepensionamenti, ma chiediamo anche un trattamento equo dei lavoratori impegnati in servizi in appalto, il ripristino delle squadre operative, insomma non vogliamo che Iren diventi un’azienda con il solo obiettivo di tagliare i costi, assumere dirigenti e garantire lauti dividendi ai soci a scapito dei servizi e degli investimenti sulle reti”.
Il sindaco ha ripercorso le tappe di un cammino che ha portato purtroppo Parma ad avere un ruolo marginale per effetto di atti delle passate amministrazioni, prima con la vendita di una quota della società in capo al Comune, quindi con il collocamento delle azioni a garanzia delle società partecipate, un meccanismo che ha costretto il Comune a cedere una quota consistente del suo pacchetto azionario.
“Paghiamo il disinteresse che c’è stato verso il destino della società – ha detto Federico Pizzarotti – noi siamo addirittura dovuti uscire dal patto di sindacato per poter procedere al risanamento di STT, ma ora stiamo rientrando e cerchiamo di salvare il possibile del nostro pacchetto di azioni. Si rende comunque necessario aprire un confronto per far pesare il ruolo che Iren deve giocare a Parma e in Emilia, affinchè il nostro territorio non sia considerato residuale. Bisogna parlare di sedi delle società afferenti all’azienda, delle modalità di appalto (con la dovuta attenzione alle cooperative sociali), del ruolo sociale dell’impresa, insomma occorre tornare ad una logica anche territoriale per la gestione dei servizi, pur rimarcando che dal punto di vista dei servizi l’attività di Iren a Parma non può che essere ritenuta apprezzabile”.
Saranno questi i temi del confronto che Parma, tutta insieme, intende aprire con la multuitility, che gestisce nel nostro territorio una gamma di servizi che non ha in nessun’altra delle 5 province coinvolte.
Non si sono certo fatte attendere le prese di posizione a livello politico. “Siamo contrari ad un impoverimento tecnico e professionale della sede Iren di Parma: le funzioni direttive e di controllo devono rimanere nella nostra città”, ha detto il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale a Parma, Nicola Dall’Olio che si schiera con chiarezza a fianco dei lavoratori che hanno scioperato contro la stretta sui contratti e il turn over occupazionale.
“Non è pensabile – spiega – accentrare tutte le funzioni su Genova e Torino, sarebbe una perdita di professionalità e di funzioni oltre che un danno occupazionale per il nostro territorio”. Sul probabile trasferimento di alcune funzioni, in particolare della struttura di telecontrollo – una sala operativa di oltre 200 metri quadrati tecnologicamente all’avanguardia per il controllo e il comando in remoto di tutta la rete elettrica di Parma, Piacenza e Reggio – nella sede di Torino, Dall’Olio ha aggiunto che “sarebbe una scelta molto grave per tutto il nostro territorio anche perché quella sede ha consentito di affrontare con grande efficienza e tempestività le emergenze dell’alluvione e della neve, divenendo esempio per tutta l’Emilia-Romagna. Trasferirla significherebbe una perdita di professionalità oltre che ad una perdita economica importante”. Quindi l’appello alla politica parmigiana. “Per una volta – chiede Dall’Olio – l’amministrazione faccia sentire la propria voce all’interno di Iren per salvaguardare anni di lavoro e di professionalità create nel nostro territorio. Proprio ora si sta trattando il rientro del nostro Comune nel Patto di sindacato di Iren. Pizzarotti, insieme ad agli altri sindaci soci, ponga come condizione il mantenimento di queste strutture per evitare un ulteriore impoverimento tecnico e professionale della sede di Parma”.