Una donna tra falsi gentili e veri ipocriti

Una donna tra falsi gentili e veri ipocriti

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La gentilezza è un atto puro del cuore, un voler donare all’altro la parte migliore di se, volersi sentire ricco per aver aiutato qualcuno. Ti viene spontaneo, dal cuore, perché i tuoi genitori sin da bambino, ti hanno insegnato cosi’. E’ una questione morale.  Se non lo fai ti senti anche in colpa. Un verme. Lo fai e basta. Non ti aspetti e non vuoi  niente in cambio. Essere gentili nei confronti del prossimo ci rende belle persone. Lo sa bene chi, pur non avendo il dono dell’empatia ama vivere d’ apparenza, giocando a far il nobile d’animo per godere di una buona reputazione sociale.  Prima o poi la gentilezza darà i suoi frutti loro pensano e in recite perseverano.

Ma…….c’è anche chi comprende sin da subito che frutti non avrà e preferisce cambiar oggetto della sua gentilezza . Come colui che di punto in bianco smette di rispondervi al saluto, ai messaggi e vi lascia  con mille interrogativi. Come usano fare molti uomini nei confronti di tante donne con l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione. La gentilezza avuta dal conoscente che vi aiuta a cambiare la ruota della macchina, dal collega che vi offre il passaggio, dall’amico idraulico che ripara senza corrispettivo in segna di stima, il rubinetto rotto, il geometra che si offre di stampare una visura gratuitamente, il vecchio parente che accetta di farvi da guida nella grande città in cui si è trasferito e perché no dal ragazzo appena conosciuto che v’invita a pranzo fuori ecc.. Tu hai ringraziato, sei sicura di non averne approfittato, gli hai anche chiesto quanto gli dovevi,  hai cercato di ricambiare offrendo un caffè, un pranzo, un pacco di cioccolatini.

Credi che siano belle persone. Ne sei felice perché la gentilezza fa bene al cuore di chi la pratica ma anche a chi la riceve. Ingenua. E poi prendere consapevolezza dell’ipocrisia che fa male e lo fa ancor di più male alle anime pure perché devono violentarsi per capire l’ambiguo agire.  Dinanzi ad un saluto negato, inizi ad interrogarti se sei tu il colpevole d’aver detto  o fatto qualcosa di sbagliato. Tu sai che non ne hai approfittato. Mille dubbi e interrogativi.  Il falso gentile sin da subito ha bene in mente quale ricompensa dovresti dargli. Tu non lo sai, non lo immagini. Lo imparerai con l’esperienza.  Se tu lo avresti saputo avresti rifiutato la gentilezza. Essendo una donna e lui un uomo puoi ben intuire a cosa avrebbe aspirato anche se non è scontato. A volte aspirano ad altro, tipo  ricompense economiche spropositate, anche se hanno finto di farti il favore per pura gentilezza umana, a titolo gratuito.

Uomini mi permetto di darvi un consiglio:  sarebbe meglio rispondere sempre ad  un messaggio, ad un saluto che sia dal vivo, soprattutto con wathsapp (che lo strumento più incriminato per tali comportamenti) ed essere sempre chiari.  Io capisco che con il silenzio volete comunicare che non desiderate più aver a che fare con noi.  Ma lasciando alla libera interpretazione i motivi del vostro eclissarvi, con il senno di poi tutte capiranno che si sono levate da attorno un ipocrita, potenziale maiale, maleducato che voleva approfittarne dell’ingenuità di una donna che in un particolare momento aveva creduto nella vostra gentilezza. Questo è il ricordo che lascerete. Nient’altro. E le voci gireranno.

Se avete fatto un favore con l’obiettivo d’avere o di vedere se poteva esserci una ricompensa, se avete invitato o se vi siete offerti di fare un favore con l’intento di farvi pagare senza specificarlo il problema è vostro non è dell’altra. Siate più intelligenti oltre che più educati e chiari nel rispondere alle telefonate e ai messaggi.

Maria Sole

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