Il ponte Giuseppe Verdi continua a far parlare di sè. Ad intervenire è il vicepresidente dell’assemblea legislativa della Regione, Fabio Rainieri, della Lega Nord, che sottolinea come, a suo parere, la Regione non stia facendo appieno il suo dovere. “La Regione Emilia-Romagna non sta facendo quanto sarebbe in suo dovere per il Ponte sul Po Giuseppe Verdi ed è la principale responsabile di tutti i disagi conseguenti – afferma – Non solo non è riuscita a far iniziare i lavori di competenza della Provincia di Parma contemporaneamente a quelli della Provincia di Cremona finanziati dalla Regione Lombardia ma non ha ancora trovato nemmeno la parte dei soldi che occorrono per tali lavori perché il milione di euro promesso è ancora al CIPE e non si sa quando sarà disponibile”.
“Se il CIPE deve ancora definire il provvedimento con il finanziamento specifico chiesto dalla Regione Emilia-Romagna chissà quanto tempo ancora bisognerà aspettare per vedere iniziare i lavori di competenza della Provincia di Parma – ha quindi proseguito Rainieri – A questo si aggiunge che quel finanziamento di solo 1 milione è inferiore di 800.000 euro, non solo rispetto a quello lombardo ma anche a quello previsto dagli accordi intervenuti tra le due province competenti sui lavori nel 2015. Questa differenza sembra sia stata sottolineata alcuni giorni fa, proprio durante una manifestazione sul ponte, dal Sindaco di Polesine Zibello che ai tempi di quell’accordo era il delegato provinciale di Parma alla viabilità e che in quest’ultima occasione non avrebbe nascosto tutto il suo disappunto sull’argomento. Altra priorità sulla quale la Giunta regionale è assente è il cercare una soluzione alternativa alla chiusura totale in atto. Non solo si stanno procurando disagi ai tantissimi pendolari ma anche danni economici ad un’intera area delle due Regioni che, proprio a causa dei ritardi della Giunta emiliano-romagnola rischiano di diventare ancora più pesanti. Penso solo all’agricoltura ed in particolare alla produzione del pomodoro da industria che vede coltivazioni e stabilimenti di trasformazione trai i più importanti a livello nazionale su entrambe le sponde toccate dal Ponte. Bisognerebbe valutare la realizzazione del provvisorio ponte di barche come si fece a Piacenza dopo l’alluvione”.