Avvocato e docente universitario, una grande passione politica accompagnata alla decisa lotta contro tasse troppo elevate, un’esperienza da consigliere comunale a Neviano degli Arduini, Laura Cavandoli adesso è pronta alla sfida per la poltrona di sindaco di Parma. Corre per la Lega Nord che l’ha lanciata, ma al suo fianco avrà anche Forza Italia e Fratelli d’Italia. Sicurezza, giovani, lavoro e cultura sono i capisaldi del suo programma per il rilancio di una città, Parma, della quale si dice “profondamente innamorata”.
Perché ha deciso di candidarsi a sindaco di Parma?
“La mia aspirazione è quella di dare alla città un servizio che la rendesse più vivibile e più confacente a quello che è il substrato, a quello che sono i parmigiani. Questo divario tra la realtà e quella che è la nostra esigenza, che io sento, da parmigiana, di andare in bicicletta, di poterci muovere liberamente giorno e notte in una città che io credo sia una delle più belle d’Italia, mi ha spinto a intervenire in prima persona“.
La sicurezza è dunque il tema centrale del programma…
“Se si riuscisse a risolvere il problema della sicurezza, quindi controllare il territorio, evitare che ci siano gruppi di persone che impunemente spacciano, consumano o fanno i loro bisogni per strada, quindi evitare l’abusivismo, eliminare quel substrato di illegalità, sicuramente la città avrebbe una spinta verso la vivibilità, ma sarebbe anche più attrattiva per le imprese economiche“.
Crede che il sindaco abbia tutti gli strumenti necessari? In cosa ha sbagliato l’attuale amministrazione?
“Il sindaco sicuramente ha dei poteri e deve garantire la sicurezza dei suoi cittadini. Ci sono delle problematiche legate al turnover della pubblica amministrazione, ci dicono che mancano 40-50 vigili a Parma ma un quarto di questi possono essere assunti e questo non viene fatto. E’ mancata la programmazione da parte del sindaco delle risorse che andavano indirizzate verso la sicurezza. Nuovi vigili alla Municipale, ma anche accordi con Prefettura e Questura per offrire mezzi in grado di sostenere il lavoro della Polizia municipale e delle altre forze dell’ordine. E’ possibile, eventualmente anche utilizzando la vigilanza privata, presidiare le parti più problematiche della città, penso al San Leonardo, al Pablo, all’Oltretorrente, tutte zone in cui c’è un’impunità che è alla luce del sole e che genera impunità. Si ha la sensazione di poter fare quello che si vuole, una problematica che questo sindaco probabilmente non ha mai colto. Anche quando lui ha firmato per la legalizzazione delle droghe leggere all’interno del municipio, ha dato un segnale molto evidente: a Parma si può spacciare droghe leggere, ci si può drogare, e questo ha dimostrato“.
Passiamo alla politica, la sua candidatura è arrivata un po’ in ritardo a causa delle discussioni interne alla coalizione. Cosa è successo?
“Noi siamo stati puntualissimi, siamo usciti il giorno dopo in cui è stata annunciata la data delle elezioni. Il tavolo del centrodestra a Parma è aperto da anni ed ha portato ottimi risultati nei Comuni della provincia amministrati dalla coalizione e non ci sono mai state discussioni. Nel nostro caso si è dovuto fare un passo in avanti perché c’era uno stallo, quindi è andata avanti la Lega Nord con Matteo Salvini per superare quella fase che altrimenti si sarebbe protratta probabilmente ancora adesso. Dopo, la proposta è risultata aggregante e mi hanno confermato tutti il loro interesse a questo progetto ma anche la loro azione sul territorio per Laura Cavandoli sindaco di Parma“.
A Parma tutti hanno voluto il candidato civico, voi avete fatto il percorso opposto con una candidatura che nasce da un partito con il suo simbolo.
“Ci sono i tre simboli della coalizione con altrettante liste ed è chiaro che io sono il candidato sindaco di tutti. Ci tengo però a sottolineare che non abbiamo affatto chiuso al civismo, stiamo lavorando perché ci sia anche una lista civica al di fuori dei partiti che condivida il nostro progetto e, se lo posso dire, che io condivida il progetto civico. Ed è per questo che ancora non abbiamo chiuso il programma, per averne uno comune di buon governo in cui coinvolgere l’associazionismo e il volontariato che hanno influito molto positivamente sulla vita cittadina“.
Il civismo però vive un momento di grande frammentazione.
“Il civismo purtroppo ha fallito cinque anni fa non trovando un’identità unitaria nonostante gli sforzi del civico per eccellenza che era Elvio Ubaldi. Adesso c’è stato un frazionamento comunque diretto verso i partiti, penso a Scarpa che è un candidato civico fuori dal Pd, anche Pizzarotti è diventato un civico. Io sono una delle poche che ha un partito politico alle spalle, anzi tre, che può vantare una bella rappresentanza a Roma e soprattutto a Bruxelles. Credo quindi che un candidato espressione di una forza politica abbia molte più possibilità di rendere importante Parma a livello sovralocale”.
Quali sono gli altri punti chiave del suo programma?
“Sicuramente dobbiamo mettere mano a quelli che sono i servizi alla persona del Comune, alcuni troppo gravosi per una famiglia. Non è giusto che una famiglia parmigiana non possa mandare il bambino all’asilo perché non riesce a mantenerlo. Dobbiamo quindi verificare i conti e studiare le formule per ridurre i costi dei servizi. Vogliamo incentivare le iniziative turistiche, la ricettività della città con un’offerta culturale legata al nostro territorio, quindi al food, alle nostre tradizioni enogastronomiche, alla musica. Siamo una città verdiana non solo ad ottobre, quindi oltre al Festival potremmo avere, con iniziative collegate, eventi per dodici mesi all’anno. Cosa che porterebbe agevolazioni anche per il commercio in città. E poi ci sono i giovani, occorre che il Comune dia strumenti utili a contrastare il disagio giovanile che fa disperdere questi ragazzi che si trovano a dover affrontare una disoccupazione altissima e molti di loro, i migliori, devono andare all’estero. Quindi ci troviamo davanti a risorse che Parma ha formato e che vanno altrove. Questa è una sconfitta per la città. Bisogna che Parma diventi una città in cui le iniziative imprenditoriali di qualità siano le benvenute e siano legate alle ricchezze del territorio“.
Parma guarda da vicino l’Europa, ma la Lega non la ama particolarmente. Quale sarà la vostra posizione?
“Diciamo che l’Efsa a Parma è un risultato del centrodestra ed è un simbolo che amplifica il nome della città in Europa. La nostra non è una critica sterile, la Lega Nord ritiene che noi in Europa non contiamo e che l’Europa ci imponga soltanto dei vincoli che non ci consentono di sfruttare al meglio le nostre risorse. La nostra idea di uscire dall’Europa è quindi un modo per rilanciare la nostra economia. Usciamo dall’Europa perché così com’è non va. In Inghilterra lo hanno capito, in Francia vedremo come andrà ma in ogni caso questa Europa dovrebbe aver accusato la crisi e rivedere le proprie competenze per dare oltre alla stabilità politica anche una stabilità economica“.
L’Europa non porta solo vincoli di bilancio, ma anche il problema immigrazione. Come pensate di gestirlo qui a Parma?
“In città ci sono molte associazioni che ospitano questi richiedenti asilo. L’accordo viene fatto direttamente tra Prefettura e onlus, mentre la comunicazione al sindaco viene fatta solo successivamente. Come abbiamo fatto anche in provincia, noi vogliamo verificare, prima che queste persone arrivino sul territorio, in modo da mettere in sicurezza anche la salute dei cittadini. Quindi vogliamo verificare la conformità delle strutture che ospitano questi soggetti, perché ci sono appartamenti sovraffollati nonostante il regolamento igienico-sanitario comunale preveda quanti debbano essere gli abitanti in relazione alla metratura. Questo viene assolutamente derogato da molte onlus. Poi bisogna verificare dove sono collocati questi ragazzi, perché ci sono, ad esempio in viale dei Mille, che vive già una situazione di illegalità diffusa, due o tre appartamenti che ospitano questi richiedenti asilo. Credo che concentrare tutto in zone già problematiche diventi ancora più problematico per i cittadini che vivono lì. Poi l’integrazione va fatta soltanto per quelle persone che possono avere diritto all’asilo, cioè il 5% degli arrivati ai quali si aggiunge un altro 25% di persone che hanno diritto ad altre forme di tutela internazionale con permessi di soggiorno per un massimo di 5 anni. Sono numeri molto più sostenibili. Non possiamo accogliere tutti. Le persone a cui viene negato l’asilo e la protezione internazionale dovrebbero poi essere rimpatriati, perché come abbiamo visto anche qui a Parma, soggetti che non dovevano essere in Italia poi commettono gravi reati”.
Perché oggi i parmigiani dovrebbero fidarsi di lei, affidandole questo mandato?
“Io credo che Parma sia importante. Questo è il mio motto e lo deve essere anche per i parmigiani. Diamo a Parma una possibilità diversa. Io sono qua per offrire un rinnovato programma di governo. Sono una persona che in politica ha fatto ben poco, amo questa città e credo nelle sua potenzialità. Ho un gruppo di ragazzi giovani e preparati che mi sostengono e insieme possiamo portare Parma a quella vivibilità, a quella fruibilità che merita. Non faccio promesse impossibili, dico che vogliamo fare un’amministrazione di buon senso“.
E.I.