Pizzarotti e Alinovi alla cassa di espansione della Parma

Pizzarotti e Alinovi alla cassa di espansione della Parma

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Un collegamento tra la cassa di espansione del torrente Parma e quella del Baganza, attraverso un reticolo di piste ciclabili che tagli trasversalmente il territorio, è stato ipotizzato dall’assessore ai Lavori pubblici, Michele Alinovi, che insieme al sindaco Federico Pizzarotti ha effettuato oggi un sopralluogo. I due amministratori hanno anche ribadito la necessità di procedere con la massima celerità per la realizzazione della cassa di espansione del Baganza. A fare gli onori di casa è stata l’ingegner Mirella Vergnani dirigente della Direzione Territoriale Idrografica Emilia Occidentale, con lei vari tecnici tra cui l’ingegner Massimo Valente di Aipo, assieme a Claudio Pattini della protezione Civile comunale.

La cassa di espansione della Parma fu inaugurata nel 2005 e, nel 2014, ha permesso di fermare le acque del torrente Parma riducendo i danni provocati dal Baganza. “Il sopralluogo – ha spiegato l’assessore Michele Alinovi – mostra come le Casse di Espansione del torrente Parma siano state provvidenziali in occasione della piena del 2014 e danno la misura di quanto sia imprescindibile e urgente per la sicurezza della città di Parma e di Colorno che l’iter legato alla realizzazione delle casse di espansione del Baganza proceda speditamente per mettere definitivamente in sicurezza il territorio di Parma contro eventuali piene”.

Secondo Pizzarotti è ad un punto cruciale l’iter per la realizzazione della cassa di espansione del torrente Baganza e questa metterà definitivamente in sicurezza Parma contro il pericolo di un’alluvione.

L’ingegner Mirella Vergnani ha spiegato che la cassa di espansione del torrente Parma ha una capienza che si aggira sui 12 milioni di metri cubi di acqua, si tratta di una cassa costituita da un unico invaso mentre la cassa di espansione del torrente Baganza avrà una capacità pari a circa un terzo rispetto a quella del torrente Parma e sarà costituita da due vasche di accumulo delle acque.

Il progetto definitivo è stato concluso in dicembre – ha rimarcato l’ingegner Vergnani – siamo in attesa dei pareri del Ministero che, dovrebbero arrivare, secondo le tempistiche, verso l’autunno. A fronte della conferma dei finanziamenti, i lavori potranno prendere avvio nel 2018. I tempi per il completamento sono stimati in quattro anni”.

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