Tre persone in manette, altre 10 indagate a piede libero dai Carabinieri di Medesano, che hanno portato a termine l’operazione Keeper. Le indagini dei Carabinieri di Medesano, guidati dal comandante, il maresciallo Cristian Garavaglia, e coordinati dal sostituto procuratore Fabrizio Pensa, hanno portato alla luce un vasto traffico di materiali edilizi rubati, rivenduti sottocosto sul mercato nero.
A gestire il mercato sarebbe stato L.A., 54 anni, albanese dal 2001 custode della filiale di Medesano di uno grande impresa edile. Amici ed amici degli amici del settore edilizia potevano così approfittare di prezzi di assoluto favore per l’acquisto di prodotti quali colle adesive, calcestruzzo, vernici e coperture per cappotti. Nell’aprile del 2016, a scoprire l’ammanco di grandi quantità di materiale da costruzione è stato il responsabile dell’azienda. Il materiale si volatilizzava in grandi quantità soprattutto dopo i festivi o le ferie estive.
Dopo la denuncia, i Carabinieri hanno iniziato le indagini e un anno dopo sono scattati i provvedimenti. I sospetti si sono subito concentrati sul custode e i militari, seguendolo in maniera molto discreta, hanno scoperto che era proprio il 54enne a far sparire il materiale con l’aiuto di due connazionali K.B., 30 anni, e M.A. di 40, residenti a Fornovo e Salsomaggiore. Per i tre è quindi scattato l’arresto: il 54enne L.A. è stato rinchiuso in via Burla, mentre i due complici hanno ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari. Devono rispondere di furto aggravato in concorso.
Secondo l’accusa, il materiale sparito dall’azienda di Medesano avrebbe un valore di circa 50 mila euro. Ma il custode, che evidentemente ci aveva preso gusto, è accusato anche di aver sottratto litri e litri di gasolio dai mezzi della ditta per rifornire la sua auto e quelle dei familiari. E il di più? Beh, lo avrebbe rivenduto con l’aiuto di K.B.
L’operazione Keeper che ha portato ai tre arresti ha però fatto finire nei guai anche i clienti dei tre albanesi. Sono infatti 10 le persone indagate a piede libero per ricettazione e incauto acquisto. Sei degli indagati, tra l’altro, sono stati anche trovati in possesso di parte del materiale rubato nell’azienda di Medesano.