Sette dipendenti senza lavoro e senza possibilità di accedere alla disoccupazione per mancanza di un formale licenziamento. Tra loro una madre single e un’altra donna che, avendo a casa il marito invalido, rappresenta di fatto l’unico sostegno per la famiglia. E’ l’ultima tappa del pluriennale braccio di ferro tra la società proprietaria del Fidenza Village e la Saldarini, che ha gestito uno dei negozi dell’outlet, portato avanti a colpi di carte bollate e decisioni del tribunale di Parma. E sulla vicenda, il prossimo 7 aprile, si pronuncerà anche la Corte d’Appello di Bologna.
Ma quel è la materia del contendere? Secondo Saldarini, il Fidenza Village affitta i negozi alle aziende con contratti di “affitto di ramo d’azienda”, che consente al locatore vantaggi sul piano fiscale oltre a togliere alle controparti garanzie come il rinnovo automatico del contratto alla prima scadenza, possibilità per il solo affittuario di recedere in caso di gravi motivi, riconoscimento delle migliorie apportate ai locali dall’affittuario ed altro ancora.
Non solo, visto che l’affitto di “rami d’azienda” determina l’obbligo di preservazione dei rapporti di lavoro ad ogni passaggio nella gestione (rticolo 2112 Codice Civile), Fidenza Village – per non farsi carico dei lavoratori – secondo Saldarini impone contrattualmente agli affittuari di licenziare i lavoratori prima della riconsegna dei locali. Pena gravose penali che possono arrivare – sempre secondo Francesco Saldarini – fino a 5.000 euro per ogni giorno di ritardo. Proprio per questo motivo, sostiene Saldarini, “Fidenza Village ci ha fatturato 1 milione di euro (poi azionati con un decreto ingiuntivo) per non aver licenziato 5 dipendenti alla scadenza del contratto di affitto, ovvero per indurci a farlo“.
Secondo l’azienda Saldarini, però, Fidenza Village in realtà non affitta rami d’azienda ma semplici spazi commerciali e proprio su questo aspetto dovrà esprimersi il 7 aprile la Corte di Bologna. Saldarini sottolinea inoltre che “il Tribunale di Parma ha già dichiarato per ben 3 volte la nullità della clausola” e della penale con cui il centro commerciale chiede i licenziamenti.
Secondo Saldarini, inoltre gli uffici provinciali del lavoro non sono ancora intervenuti sulla mancata presa in carico dei lavoratori da parte del Fidenza Village.
Ma non è finita qui. Nei giorni scorsi, sempre secondo Saldarini, il Fidenza Village si sarebbe ripreso il suo “ramo d’azienda”, ovvero il negozio, in assenza del titolare. Un altro elemento di battaglia tra le parti.
Con una nota del 30 marzo, Vr Milan, società che gestisce il Fidenza Village, ha comunicato alla Saldarini 1882 il “recupero coattivo” del negozio per il quale il contratto d’affitto è scaduto nel giugno 2014. Ma anche che lo stesso rimarrà chiuso, quindi il Fidenza Village, non proseguendo l’attività, non intende farsi carico del personale.