A Colorno il magazzino dei contrabbandieri napoletani di sigarette. Sequestrate 10 tonnellate...

A Colorno il magazzino dei contrabbandieri napoletani di sigarette. Sequestrate 10 tonnellate di bionde

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Le sigarette di contrabbando in arrivo dall’Europa dell’Est e dirette alle bande di contrabbandieri di Napoli, si fermavano nel Parmense. In un magazzino di Colorno, lungo strada Sabbiata. Un altro luogo di stoccaggio era ad Argelato, nel Bolognese. Oltre 10 tonnellate di sigarette di contrabbando – marchio “Regina”, “D&B” e “Diana” – che se immesse sul mercato avrebbero fruttato oltre 2 milioni di euro ai criminali, oltre che un danno di 1,5 milioni all’erario.

Ma gli uomini della Guardia di Finanza di Parma e quelli del Gico di Bologna, collaborando con i colleghi del Nucleo di Polizia Tributaria delle Fiamme gialle di Napoli – che stavano indagando sul vasto traffico, seguendone gli spostamenti – hanno scoperto il magazzino di Colorno e quello del bolognese, assestandosi così durissimi colpi alle organizzazioni criminali dell’hinterland napoletano.

Tre le persone arrestate dai militari tra Colorno e Bologna, di cui uno di nazionalità rumena e due italiani. Sono stati sorpresi In flagranza di reato, intenti a preparare per la consegna l’ingente quantitativo di tabacchi di
contrabbando. Particolarmente difficile
l’individuazione e il recupero della merce illecita, occultata all’interno di oltre 100 bobine di cartone compresso e incastonata in diverse decine di grossi bancali di mattoni.

L’operazione ha ulteriormente confermato la tendenza delle consorterie contrabbandiere, manifestatasi più volte negli ultimi tempi, di “delocalizzare” la loro attività illecita appoggiandosi a depositi situati nell’Italia del Nord (nel recente passato, lo stesso Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli ha sequestrato oltre 13 tonnellate di tabacchi lavorati esteri nelle province di Bologna e Gorizia).

Anche in quest’ultima circostanza, i magazzini scoperti nell’area bolognese e in provincia
di Parma avrebbero avuto la funzione di depositi ove far confluire grosse quantità di
tabacchi di contrabbando – prevalentemente provenienti dai Paesi dell’Europa dell’Est –
lontano dalla sempre più monitorata zona partenopea. Una volta accumulata una grossa
quantità di merce, il sodalizio criminale avrebbe certamente iniziato a frazionare i tabacchi
in carichi di piccole dimensioni, in modo tale da ridurre al minimo le eventuali perdite
legate a potenziali sequestri delle Forze dell’ordine.

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