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Due casari parmensi tra i 27 indagati per il Parmigiano Reggiano con antibiotici e soda

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Ci sono anche due casari parmensi tra i 27 indagati dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia che con il pm Maria Rita Pantani coordina l’inchiesta su Parmigiano Reggiano e Grana Padano adulterati per la presenza nel latte di residui di antibiotici e aflatossine, oltre all’aggiunta di soda nella panna. Un’inchiesta partita in seguito ai controlli operati dai Carabinieri del Nac di Parma. Indagati anche Giuseppe Alai e Stefano Berni, all’epoca dei fatti rispettivamente presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano e direttore del Consorzio Grana Padano.

Diversi i reati contestati a vario titolo, dall’adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari alla colposa commercializzazione di sostanze alimentari nocive, frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, falsa perizia o interpretazione, falsità materiale e in scrittura privata, abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale.

Indagati sono i casari Villiam Chiari di San Polo di Torrile e Davide Vietta di Tizzano Val Parma, per quanto riguarda il Parmense, ai quali si aggiungono Massimo Bertoni (responsabile qualità della Nuova Castelli), Claudia Cadonici (addetta alla qualità Nuova Castelli), Artico Iori (responsabile di produzione Nuova Castelli), Paola Alessandra Maria Pozzi (addetta alla qualità Casearia Castelli srl), Giuseppe Omassi (casaro della Casearia Castelli srl), Simone Paraluppi (casaro della Casearia Tricolore), Emily Anselmi (responsabile di laboratorio della Casearia Tricolore), Paolo Guerriero (legale rappresentante della Alce International srl), Federico Bruno (legale rappresentante Alce srl), Vanessa e Luca Bonazzi (soci dell’omonimo laboratorio di analisi di Novellara), oltre ai già citati Alai e Berni.

Più delicata la posizione degli altri 12 indagati, ai quali viene contestata anche l’associazione a delinquere, che ruotano attorno alla Nuova Castelli spa di Reggio Emilia. Nel registro degli indagati Dante Bigi fondatore della Nuova Castelli, l’ex amministratore delegato Luigi Fici, di Firenze, il mantovano Mario Panazza, amministratore di società che sarebbero riconducibili alla Nuova Castelli (Casearia Castelli, Casearia Tricolore e Casearia Gentile), l’impiegato amministrativo Romano Conti, l’espertizzatore Alberto Morlini, il mediatore libero professionista che ha operato per la Nuova Castelli Angelo Maria Strazzanti, il direttore amministrativo Tommaso Cibrario, il procuratore Sergio Raglio, l’altro direttore amministrativo Giuliano Menozzi, e Livio Bondavalli, responsabile vendite esteri sempre della Nuova Castelli. Per quanto riguarda il Consorzio Grana Padano, gli indagati sono il funzionario Francesco Ghidorsi e il tecnico Marco Soldati.

RAINIERI (LEGA NORD): REGIONE CONTRASTI LE FRODI NELLA PRODUZIONE DELLE DOP

Fabio Rainieri

“Alla luce dell’azione penale che la Procura della Repubblica di Reggio Emilia ha avviato a carico di 27 persone per vari reati inerenti frodi nella produzione e commercializzazione di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, la Regione Emilia Romagna migliori la propria azione per il contrasto alle frodi nella produzione e nel commercio delle produzioni DOP e più in generale dei prodotti alimentari della nostra terra”. Lo chiede alla Giunta Regionale un’interrogazione sottoscritta dal vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Fabio Rainieri, insieme con i colleghi del Gruppo Lega Nord Gabriele Delmonte e Matteo Rancan.

“Secondo notizie di stampa – spiega Rainieri – le 27 persone che avrebbero ricevuto l’informazione di garanzia da parte dell’autorità inquirente svolgerebbero attività di produzione e incarichi dirigenziali, tecnici e impiegatizi nelle province di Reggio Emilia, Piacenza, Parma e Mantova. Tra loro ci sarebbero il direttore del Consorzio del Grana Padana e l’ex Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano e in almeno 12 casi si parlerebbe anche dell’accusa di associazione a delinquere gravitando attorno alla Nuova Castelli Spa, società leader in Italia nell’esportazione di formaggi”.

“Parmigiano Reggiano e Grana Padano – prosegue il consigliere del Carroccio – sono i principali prodotti DOP italiani e pertanto il fondato dubbio sulla regolarità della loro produzione e commercializzazione può aprire profondi squarci sull’autenticità e salubrità degli stessi con la conseguenza di provocare seri danni economici e sociali all’Emilia-Romagna”.

“Tutto senza contare – attacca il leghista – che già in passato vi sono stati dubbi sulla legittimità di alcune operazioni produttive e commerciali della Nuova Castelli peraltro anche oggetto di atti di sindacato ispettivo in Regione Emilia-Romagna verso quali l’amministrazione regionale non ha mai preso chiare posizioni di contrarietà”.

“Per questo – continua il consigliere regionale parmigiano – visto che la Regione Emilia-Romagna è rappresentata, pur senza diritto di voto, nel Consiglio di amministrazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano e dovrebbe essere impegnata in prima linea nel contrasto alle contraffazioni produttive e commerciali di Parmigiano Reggiano e Grana Padano chiedo alla Giunta di sottoporre al vaglio degli inquirenti le informazioni e la documentazione relativa alle attività degli indagati, in suo possesso. Nel contempo – conclude Rainieri – sono convinto sia ormai giunto il momento di migliorare l’azione regionale per il contrasto alle frodi nella produzione e nel commercio delle produzioni DOP e più in generale dei prodotti alimentari dell’Emilia-Romagna. Parmigiano e Grana Padano sono una parte fondamentale della nostra storia e della nostra cultura oltre che fondamentali per la nostra economia. Non possiamo abbandonarli”.

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