A fine gara il ds Daniele Faggiano, ancora squalificato e quindi lontano dal campo, è un fiume in piena. Non ha gradito né l’arbitraggio, né l’atteggiamento dei giocatori soprattutto sotto porta. E pensa al ritiro per “svegliare” la squadra.
“Sono più arrabbiato di voi, perché ho responsabilità verso la società e verso la città. Ringrazio la tifoseria, che anche oggi ha provato a spronarci sino alla fine. Chiedo scusa a tutti, anche da parte dei calciatori, perché non possiamo perdere punti importanti dopo aver fatto tutti quanti in società tanti sacrifici. Rispetto tutti gli avversari, ma non si possono perder punti con tre squadre che occupano la parte destra della classifica, come è accaduto in queste tre settimane”, ha detto a chiare lettere il direttore sportivo del Parma Calcio 1913.
“Dobbiamo farci un esame di coscienza – ha poi aggiunto Faggiano -. Tutti pensavate al Venezia, ma adesso qui bisogna pensare al Padova. Si è visto sin da subito, oggi, che la fortuna non ci stava accompagnando. Il Fano non ha mai tirato in porta. Non me la sento di attaccare gli arbitri. Pretendo, però, più attenzione. Sugli sviluppi dell’azione che ha portato al rigore decisivo, c’era un fallo su Giorgino che non è stato sanzionato. Spero che la mia squalifica finisca quanto prima. Ormai ci siamo. Poi, parlerò. Per un centimetro le persone muoiono, perciò anche un fallo non dato può cambiare una partita. Siccome esiste e vediamo questo malcostume di lamentarsi, ora mi lamento pure io, perché c’era anche un rigore nel primo tempo a nostro favore. Ora ci siamo davvero stancati – ha sottolineato Faggiano -. Attenzione, però, perchè dobbiamo svegliarci anche noi del Parma. Tutti. Mi sono preso le responsabilità, modificando la squadra e mandando via giocatori. Un’operazione che non è mai facile. Sono arrabbiato, devo stare attento a come parlo. Oggi abbiamo avuto quindici occasioni da gol, non siamo stati cattivi sotto porta. Non siamo stati lucidi come con il Pordenone, per esempio. Se creiamo tanto e non segniamo, significa che ci manca la furbizia”.
“Non pensate che, dopo le gare con Forlì e Mantova e Forlì, non si sia parlato tra di noi, cercando di stimolare tutti – ha poi continuato il dirigente -. La maglia del Parma pesa. Io stesso stento a credere che lavoro qui, in questo club. Bisogna dare il mille per mille tutti. Il Parma ha una storia importante. Lavorare nel Parma deve essere un motivo d’orgoglio, ma non bisogna trasformare l’orgoglio in tranquillità e piattume. Abbiamo perso punti. E’ un campionato equilibrato, è vero, ma vedo che le altre squadre vanno avanti intanto. Noi dobbiamo fare altrettanto. Il campanello d’allarme non è arrivato oggi e ci stiamo lavorando. Non lasciamo nulla al caso. Ci dobbiamo svegliare. I panni sporchi si lavano in casa e sappiate che certe decisioni le abbiamo prese anche dopo il Mantova. Il campanello d’allarme era suonato già in precedenza. Stiamo ragionando per un eventuale ritiro prima della trasferta di Gubbio. Valuteremo. Chiedo scusa per queste tre partite a tutta la città di Parma. Dobbiamo responsabilizzarci tutti quanti. Ci tengo a sottolineare che la società è sempre presente e non ci fa mancare davvero nulla a nessuno. Sono rammaricato anche per questo”.