Nelle aree golenali non si può costruire e non si possono sanare le opere presenti. Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Parma e ribalta la sentenza emessa dal Tar parmigiano nel 2006. Ci sono voluti trent’anni per scrivere la parola fine su un iter amministrativo iniziato nel lontano 1986, quando diversi cittadini hanno presentato al Comune di Parma domanda di sanatoria edilizia per opere abusive varie realizzate a ridosso della Parma. L’Amministrazione comunale si è presa otto anni di tempo e nel 1994 ha risposto picche, perché le opere in questione erano “ubicate in terreno golenale regolamentato dalla legge Galasso e per il loro aspetto formale, compositivo e architettonico non possono certamente ritenersi inserite nel contesto ambientale”.
I cittadini si sono quindi rivolti al Tar di Parma, che nel 2006 gli ha dato ragione perché il provvedimento del Comune non era sufficientemente motivato. Undici anni dopo, su ricorso dell’Amministrazione comunale, l’ultima parola in questione è quella del Consiglio di Stato. Che dà ragione al Comune. Non era infatti necessaria alcuna motivazione specifica, perché la legge in materia vieta le costruzioni in area golenale. Punto e basta. Nessuno dei cittadini interessati dal provvedimento si è però costituito in giudizio.