Per un 5 in italiano, non recuperato durante l’estate, una studentessa di terza del Liceo delle scienze Umane “Albertina Sanvitale” di Parma non è stata ammessa alla classe successiva. Lo ha deciso il collegio di classe – con 8 voti a favore e 4 contrari – lo scorso 31 agosto. Ma il Tar di Parma, al quale si sono rivolti i genitori lamentando una serie di violazioni, ha dato ragione alla ragazzina. Secondo i giudici di piazzale Santafiora, la studentessa non poteva essere bocciata.
Secondo il consiglio di classe, la ragazza aveva “dimostrato di possedere in italiano una preparazione molto frammentaria e confusa” e pertanto non poteva essere ammessa alla classe successiva. Nel procedimento si è costituito anche il Ministero dell’Istruzione chiedendo la reiezione del ricorso dei genitori della ragazza, ma questi ultimi – già il 26 ottobre scorso – hanno ottenuto la sospensione cautelare del provvedimento della scuola. E adesso, nel giudizio di merito, l’annullamento della decisione.
I genitori lamentavano il mancato inserimento della ragazza in percorsi di recupero previsti dal Piano dell’offerta formativa della scuola, ma anche l’illogicità del giudizio di non ammissione formulato non su una valutazione complessiva del percorso formativo della studentessa ma sul profitto in una unica materia, oltre al fatto che non sarebbe stato tenuto in alcun conto che la ragazza – come da certificati medici – soffre di un disturbo dell’apprendimento. Secondo il Tar, però, fondamentale per l’accogliemnto del ricorso è il fatto che il consiglio di classe non avrebbe tenuto conto dell’intero percorso formativo della studentessa, dal quale si evinceva una sola insufficienza (quella in Italiano).
Pertanto la ragazza non poteva essere bocciata e va quindi ammessa alla classe successiva.