Gli agenti della Polizia di Stato di Parma potranno difendersi con lo spray al peperoncino, nei casi di aggressione o per vincere una reazione da parte di persone che devono essere fermate. Non sarà invece un’arma da usare a scopo preventivo o intimidatorio.
La novità è stata presentata agli agenti della sezione Volanti, che martedì 7 febbraio, si sono ritrovati nell’auditorium della Caserma Vicebrigadiere Francesco Zizzi di via Chiavari per la sessione conclusiva del ciclo di formazione e addestramento per l’utilizzo del dispositivo di autodifesa e dissuasione a base di “oleoresin capsicum” (peperoncino). Da oggi gli uomini in servizio di controllo del territorio avranno nel cinturone anche questo spray.
All’incontro, tenuto per la parte relativa agli aspetti giuridici dal dirigente dell’Upg (Ufficio Prevenzione generale e Soccorso pubblico) della Questura di Parma, commissario capo Chiara Ippoliti, per la parte sanitaria dal medico capo della Polizia di Stato Attilio Maisto e per la parte addestrativa dall’istruttore di tecniche operative, vice sovrintendente Alessandro Rossi, hanno preso parte oltre agli agenti della Polizia di Stato in forza alla Squadra Volante della Questura di Parma, il sostituto procuratore Manuela Podda, il vicedirettore dell’Istituto penitenziario di Parma, Lucia Monastero, il medico del Pronto Soccorso del locale Ospedale Maggiore Ivan Comelli, il direttore della sala operativa del 118 Adriano Furlan, Emma Monguidi e alcuni agenti della Polizia municipale di Parma, ed alcuni capisquadra dei vigili del fuoco.
Nella riunione sono stati affrontati tutti gli aspetti giuridici, sanitari e tecnico-operativi relativi all’utilizzo del dispositivo a base di “oleoresin capsicum”, e divulgate le linee guida fornite dal Ministero dell’Interno circa il corretto utilizzo dello stesso nel corso dei servizi di controllo del territorio. Gli operatori potranno quindi ricorrere al dispositivo nebulizzatore contenente “capsicum” (principio urticante derivante dalla pianta del peperoncino) ai fini di dissuasione e autodifesa in caso di aggressione, minaccia, posta in essere nei confronti degli operanti o di un’altra persona, oppure per vincere una resistenza attiva posta in essere da un soggetto che deve essere fermato, vietandone, invece, l’uso per fini meramente intimidatori, preventivi o punitivi.
L’azione urticante del principio attivo del dispositivo agisce provocando un’irritazione temporanea tale da rendere momentaneamente inoffensivo l’aggressore, agevolando quindi l’operato degli agenti. Durante la riunione sono state affrontate tutte le tematiche teoriche e quelle pratiche, con prove di tecniche operative per il migliore utilizzo di un importante strumento, che nel futuro potrà sicuramente aiutare l’operato delle forze dell’ordine in quelle situazioni più complesse che prevedono l’utilizzo della forza.