La crisi della Copador di Collecchio spaventa i lavoratori, preoccupa i produttori, costringe la politica a fare la sua parte soprattutto nei confronti delle banche. Ad intervenire sono quindi il consigliere regionale della Lega Nord, Fabio Rainieri, e il candidato alle Primarie del Pd, Paolo Scarpa.
“Bene l’impegno della Regione sulla Copador – dice in particolare Fabio Rainieri, dopo il dibattito sul tema all’Assemblea regionale – ma sia chiaro che non basta salvare in qualche modo l’imminente stagione 2017. Per salvare realmente questa realtà produttiva e non farla semplicemente navigare a vista fino alla liquidazione, si deve tenere in considerazione che c’è chi ha già fatto pesanti sacrifici, i fornitori e tra essi molti soci, e che ad essi non se ne potranno chiedere di nuovi molto pesanti. Penalizzandoli ulteriormente si rischia infatti di provocare un grave danno a tutto il comparto del pomodoro da industria di Parma e Piacenza con pesanti conseguenze negative economiche e sociali”.
“Sinceramente da parte dell’Assessore regionale all’agricoltura Caselli mi aspettavo una visione più di prospettiva per la soluzione di questa gravissima crisi – ha quindi aggiunto Rainieri –. Concordo infatti che è fondamentale adesso salvare la stagione 2017 per mantenere la continuità aziendale. Ma la situazione è che gli agricoltori, che hanno già crediti non pagati per le forniture di materia prima fatte per il 2015 e il 2016, rischiano di procedere a partire da marzo con le semine senza che vi sia un accordo sul prezzo del pomodoro e senza nemmeno sapere se e quando verranno pagati dalla procedura concordataria. Agli esponenti del Pd, come la stessa Simona Caselli, la consigliera regionale Barbara Lori e l’onorevole Giuseppe Romanini che fino ad ora hanno fatto sentire la loro voce sul problema, voglio infatti ricordare un riscontro allo stesso tempo importante e inquietante: secondo i dati di bilancio riportati fino al 2015 e diffusi anche sul web, dal 2011 gli istituti di credito sono rientrati degli investimenti fatti in Copador di 4.578.000 euro in linea capitale più gli interessi, mentre i debiti verso i fornitori (e tra questi si presume vi siano anche i conferimenti dei soci) sono aumentati di 12.349.000 euro di cui 10.000.000 circa nell’ultimo anno. Quindi l’equazione sembra dire che il mancato risanamento è avvenuto a carico dei fornitori e dei soci”.
Una posizione dura, dunque, quella di Fabio Rainieri che tira in ballo anche il Pd, partito di maggioranza.
E Paolo Scarpa, da candidato alle primarie del centrosinistra con ambizioni di diventar sindaco, chiama in causa anche il Comune di Parma.
“Copador è un’azienda storica, strategica per tutto il nostro territorio e importante per la filiera dell’agroalimentare che, da due anni, sta vivendo una drammatica crisi. È a rischio il lavoro per 120 dipendenti e 450 stagionali. In Regione, a Bologna, si sta facendo molto soprattutto per garantire interventi pubblici rapidi in grado di consentire la semina di marzo e la continuità del lavoro, ma i lavoratori Copador debbono sentire di avere al loro fianco l’intera città“, sottolinea Scarpa.
“Quando parliamo di Copador – aggiunge l’ingegnere – ci riferiamo a una realtà che dal 1987 ha contribuito in modo sostanziale, stagione dopo stagione, all’integrazione del reddito di migliaia di famiglie. Il Comune di Parma può risollevare da solo le sorti di un’azienda, per di più collecchiese? No di certo, ma neanche può voltarsi dall’altra parte, non solo perché alla Copador hanno lavorato generazioni di suoi cittadini, ma perché se si sfilaccia il tessuto produttivo della provincia anche il capoluogo ne soffre. Su questo punto, richiamo le dichiarazioni del nostro deputato Giuseppe Romanini, sulla necessità, per questa come per altre realtà strategiche, di una regia ampia per il mantenimento della continuità produttiva, che coinvolga anche Governo e Regione e plaudo alle iniziative dei consiglieri regionali e dell’assessore Simona Caselli. E che, spero da quest’estate in avanti, veda protagonista anche il Comune di Parma”.