La maglia indossata da Emanuele Calaiò nella gara di domenica sera contro il Pordenone sarà esposta per sempre nel Museo ‘Ernesto Ceresini’ del Parma Calcio 1913. Lo ha deciso la società, dopo che il bomber palermitano con una magia in pieno recupero ha regalato la vittoria ai crociati per 3 a 2. Ed è stato proprio l’attaccante del Parma a parlare oggi in sala stampa a Collecchio, prima della seduta pomeridiana di allenamento con mister Roberto D’Aversa per la preparazione della prossima gara che vedrà i gialloblu sul terreno dell’AlbinoLeffe.
“E’ stato il mio 160° gol in partite ufficiali tra i professionisti. Sono numeri davvero importanti, ma solo finché la squadra vince. Per i tifosi e per noi qualche sofferenza in meno è meglio. Allo stesso tempo, però, è sempre bello vincere le partite così. Significa che siamo una squadra con carattere e volontà“, ha sottolineato l’attaccante del Parma.
“Sinceramente – ha poi aggiunto Calaiò – dopo il furto di Venezia, pareggiare o perdere domenica con il Pordenone sarebbe stato davvero brutto. L’atteggiamento è l’aspetto più importante. Siamo strafelici, perché la vittoria ci dà morale. Una gara vinta in questo modo, può essere un crocevia, anche se ci sono tante tante partite ancora da giocare ed è presto per dirlo. Nel girone di ritorno dobbiamo fare più punti rispetto all’andata. Il tempo passa e serve accelerare, soprattutto ora che siamo in buona condizione. Domenica è stata una bella soddisfazione per tutti. Sono momenti che dobbiamo portarci dentro, come carica, sino a fine anno. Quella palla al 92′ l’ho annusata e l’ho sognata. In quel momento, sapendo che è un colpo che ho nel mio repertorio, non mi sembrava vero. Sono un po’ pazzerello. Faccio le cose che mi vengono e mi piacciono. Quelle difficili. Non ci ho pensato due volte”.
Evviva la sincerità di Emanuele Calaiò, dunque, dopo la perla da cineteca regalata al Tardini domenica sera, quando i tifosi stavano ancora festeggiando il pareggio acciuffato allo scadere da Munari, quando ormai sembrava fosse tutto perduto.
“Il mister, in questi due mesi, è stato bravissimo a gestire la squadra e a migliorare sia le lacune in campo che quelle mentali – ha poi raccontato Calaiò -. Non eravamo sereni. Era dall’inizio della stagione che avevo detto che con i nomi non saremmo arrivati da nessuna parte. Qui, in Lega Pro, serve l’ignoranza giusta. In questo momento si vince perché pareggiano l’intensità e la decisione che hanno i nostri avversari. Solo così, se pareggiamo l’atteggiamento con gli avversari, emergono le nostre qualità. E’ un campionato strano, in cui l’Ancona all’89’ prende un gol assurdo e perde col Venezia. La nostra squadra, ora, ha una maturità davvero importante. Non è facile avere sei o sette undicesimi nuovi rispetto a un mese fa. Tutti sono stati bravi a farli inserire e loro ad ambientarsi. Il festeggiamento del 3-2 che si è visto domenica racchiude il gruppo che c’è al Parma Calcio. Non è facile per alcuni ragazzi stare fuori allenandosi bene. Il Parma ha una rosa ampia. Sono arrivati giocatori importanti. La forza della squadra deve essere il gruppo. Chi non gioca deve mettere in squadra un clima di competizione capace di far rendere tutti. Il mister non guarda in faccia a nessuno. Nunzella e Mazzocchi, domenica, per esempio, sono entrati benissimo in partita dalla panchina. Non era per nulla facile e per nulla scontato”.
“Sono venuto qui a Parma con l’idea di sposare un progetto importante – ha quindi concluso Emanuele Calaiò -. Ho firmato un triennale con una società gloriosa, in una città importante. Non potrei chiedere di meglio. La mia felicità non deriva dall’essere l’idolo della settimana. Il gol per me conta relativamente. Se la squadra vince con doppietta di Frattali, a me va bene così. A trentaquattro anni credo di non dover dimostrare nulla a nessuno. Voglio solo portare la mia esperienza a disposizione della squadra. Sono felice di aver dato una gioia ai tifosi e al gruppo, dal mister a tutto lo staff. Dobbiamo credere al primo posto fino alla fine. La società ha deciso di mettere la mia maglia della rovesciata di domenica nel Museo del Parma appena inaugurato, che oggi apre al pubblico. E’ una scelta che mi onora vederla in questo museo straordinario. E’ un’emozione che mi porterò dentro sino alla fine della mia carriera“.