Gennaio asciutto e polveri sottili alle stelle, con Reggio Emilia e Modena in maglia nera che hanno già superato la metà dei 35 giorni di sforamento consentiti ogni anno. Ben 5 i capoluoghi dell’Emilia-Romagna che hanno già registrato almeno 15 giorni di superamento del limite giornaliero di Pm10, ovvero i 50 microgrammi per metro cubo di aria. Reggio Emilia con 19, Modena con 18 e Piacenza con 17 giornate, sono le tre situazioni peggiori, seguite da Ravenna e Rimini con 15 giorni di sforamento.
Parma – la migliore nel 2016 – ha collezionato “soltanto” 12 giornate di sforamento proprio come Bologna. Meglio han fatto Ferrara, Forlì e Cesena.
Per protestare contro questa situazione che si preannuncia già piuttosto preoccupante, Legambiente stamane ha protestato con un presidio a Bologna in occasione dell’incontro tra il ministro Gian Luca Galletti e gli assessori all’Ambiente di Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia. I presidenti regionali dell’associazione, ricevuti durante l’incontro, hanno chiesto al ministro Galletti ed ai rispettivi assessori all’Ambiente soluzioni urgenti al problema dell’inquinamento dell’aria nel bacino padano: far uscire le città dalla cappa di smog è una priorità.
Proposte, quelle di Legambiente, contenute nell’annuale dossier “Mal’aria 2017 – Come ridurre lo smog, cambiando le città in 10 mosse” che sfida le amministrazioni disegnando le città di domani, utilizzando le migliori esperienze che già oggi sono una realtà: ecco dunque una metropoli innovativa e sostenibile, sempre più verde dove gli alberi tornano ad essere i protagonisti del centro e delle periferie “sposando” anche l’architettura per dar vita a palazzi che respirano. E poi reti ciclabili, mezzi pubblici e auto elettriche, ecoquartieri, edifici che tornano a nuova vita grazie a progetti rigenerazione urbana per Centri urbani sempre più smart, partecipativi e inclusivi.
“Il Piano Aria dell’Emilia Romagna approvato in Giunta nelle scorse settimane – dichiara Legambiente – contiene indirizzi e misure positive, alcune delle quali frutto delle nostre richieste fatte negli scorsi anni. Finalmente nel Piano è rivisto il meccanismo delle misure emergenziali, che scatteranno a seguito di 4 giorni di superamento consecutivi dei limiti di PM10, e non dopo 7 come era fino ad oggi. Misure emergenziali che contengono, oltre al blocco dei veicoli più inquinanti (diesel euro 3 ed euro 4 dal 2018), anche l’obbligo di riduzione delle temperature fino ad un minimo di 19 gradi in edifici pubblici, privati ed esercizi commerciali. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, recepita anche la nostra richiesta di obbligare alla chiusura delle porte esterne al fine di non sprecare energia per riscaldamento e raffrescamento”.
“A seguito dell’approvazione del PAIR2020 – sottolinea l’associazione – sarà fondamentale che gli indirizzi contenuti non restino solo buoni propositi sulla carta. Per questo urge pensare ad un tavolo di coordinamento con i Sindaci che porti, oltre alla rapida applicazione delle norme a livello comunale, ad un meccanismo di monitoraggio sull’attuazione locale delle misure contenute nel piano”.
Importante inoltre che siano messe in campo azioni serie di vigilanza sul rispetto delle norme e comminate le relative sanzioni che potrebbero poi essere utilizzate per finanziare l’implementazione del trasporto pubblico o le infrastrutture dedicate alla mobilità leggera.