L’influenza non dà tregua neppure a Parma con un picco a cavallo di fine anno, come nel resto d’Italia. In Emilia-Romagna, secondo gli ultimi dati della Regione, si registra una significativa diffusione dell’epidemia influenzale molto in anticipo rispetto alle precedenti stagioni, che sta interessando, al momento, circa 16 persone ogni mille abitanti. Circa 7.000, quindi, secondo le stime, gli abitanti del Parmense colpiti dall’influenza.
A risentirne maggiormente sono i bambini fino a 14 anni e le persone anziane e affette da patologie croniche. All’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, dal 1 al 4 gennaio, gli accessi sono stati 1.363, di cui 249 pediatrici, con un picco massimo raggiunto martedì 3 gennaio con 358 visite e un’età media dei pazienti di circa 80 anni. Solamente in quella giornata sono state 73 le persone ricoverate dai medici e operatori sanitari.
Un afflusso record affrontato dalla sanità del territorio con misure organizzative e percorsi di degenza internistica e geriatrica già esistenti. L’Ospedale di Parma ha messo a disposizione ulteriori 40 posti letto, dedicati alle necessità assistenziali dovute all’influenza. Posti che si aggiungono ai circa 480 letti internistici già presenti e quotidianamente operanti. Una situazione gestita dalle direzioni dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e dell’Azienda Usl, dai medici di medicina generale, dai pediatri di famiglia e dalle Case di Cura accreditate.
A tale riguardo, le Aziende sanitarie invitano tutti i cittadini a rivolgersi con fiducia al proprio medico o al pediatria di famiglia che saprà dare loro le indicazioni più opportune per affrontare i sintomi e gli effetti del virus influenzale. Il medico e il pediatra di famiglia sono i primi interlocutori a cui far riferimento, preziosi alleati per evitare una corsa impropria al Pronto Soccorso e per garantire, nel contempo, l’efficacia delle cure. Oltre che per evitare inutili intasamenti dei servizi ospedalieri.
L’Ausl ricorda infine che la miglior forma di prevenzione dell’influenza è la vaccinazione, e che i vaccini sono ancora disponibili presso i medici di medicina generale, alle pediatria di comunità e al Servizio di igiene pubblica dell’Azienda Usl.