Polveri sottili oltre i limiti, allarme dei Verdi: misure antinquinamento non funzionano

Polveri sottili oltre i limiti, allarme dei Verdi: misure antinquinamento non funzionano

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A Parma misure insufficienti per ridurre le polveri sottili. A sostenerlo – ultimi dati alla mano – sono i Verdi parmigiani, che chiedono un nuovo programma territoriale di riduzione degli inquinanti cancerogeni. Ciò nonostante il 2016 si sia chiuso, per la prima volta, con un numero di sforamenti inferiore rispetto al limite delle 35 giornate concesse dalla legge.

Ad allarmare i Verdi sono infatti gli “sforamenti rilevanti” registrati tra gli ultimi giorni del 2016 e i primi del 2017, che hanno toccato il massimo lunedì 2 con una concentrazione di 86 microgrammi per metro cubo contro un massimo consentito di 50. E anche il 3 gennaio non è stato molto meglio per quanto riguarda la qualità dell’aria. Anche se i dati complessivi non sono tra i peggiori in regione, con Ferrara a fare da capofila.

Le concentrazioni di polveri sottili Pm10

catturaIl problema dell’alta concentrazione di questi elementi cancerogeni a Parma è purtroppo strutturale, e questo ci impone, singolarmente, e come istituzioni di progettare immediatamente e rendere esecutivo un nuovo programma territoriale di Riduzione delle Polveri Sottili, con interventi innovativi e discontinui su riscaldamento e mobilità, ricorso alle fonti rinnovabili, consumo intelligente di energia e architettura verde: un piano immediato e consapevole porterebbe ad una riduzione dell’inquinamento atmosferico fino al 30% nell’arco di 20 anni – sostengono i Verdi, chiamando evidentemente in causa il Comune di Parma -. Gli attuali provvedimenti istituzionali, quali ad esempio la limitazione del traffico su alcune giornate critiche, non sono sufficienti e non impattano significativamente sulla riduzione degli inquinanti. Le istituzioni devono progettare un nuovo modello ambientale territoriale, oggi troppo focalizzato sul monitoraggio dei dati (tuttavia poco fruibile) e poco invece sull’analisi degli impatti degli inquinanti sulla salute, e ancor meno assato sugli interventi radicali per rivedere le procedure delle attività inquinanti”.

Dai Verdi di Parma arrivano quindi alcuni suggerimenti in proposito: “1) da un nuovo modello di monitoraggio, che sia in grado non solo di misurare la quantità degli inquinanti: è necessario capire CHI inquina e QUALI attività incidono maggiormente sulle emissioni (al fine di progettare interventi mirati); 2) da un modello che individui CAUSE-EFFETTI (è altrettanto necessario sapere quali e quanti sono gli impatti sulla salute al variare della quantità/qualità di inquinanti nell’aria, e come singolarmente combatterli). Dobbiamo predisporre incentivi forti ed immediati alla conversione verso un parco auto privato elettrico (o anche GPL: a Madrid, la conversione del 10% delle auto private a GPL ha portato un beneficio del -20,6% di PM10 nell’aria), rinnovare il parco automezzi pubblici con macchine elettriche, offrire benefici veri (con forti sgravi fiscali) ai cittadini disponibili a cambiare il loro stile di locomozione cittadina, disegnare intere zone della città off-limits al traffico in maniera strutturale, rivedere la mappa e la fluidità della viabilità al fine di velocizzare i tempi di permanenza delle auto nelle zone ad alto traffico nelle ore di punta, procedere con l’emissione di permessi di inquinamento negoziali comunali, aumentare strutturalmente le aree verdi cittadine”.

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