Si allarga in tutta Italia il caso del noto chirurgo bariatrico Gianfranco De Lorenzis, arrestato dalla Procura di Parma il 22 dicembre scorso con pesanti accuse di ripetuti abusi sessuali su alcune pazienti che si erano rivolti a lui per curare l’obesità. Dopo le prime denunce di sette donne, fra le quali una minorenne all’epoca dei fatti, la Procura è risalita ad una ventina di altre pazienti molestate ed ora, a seguito della notizia dell’arresto del professionista, si sono rivolte all’Associazione La Caramella Buona Onlus altre tre donne, di giovane età, che si dichiarano vittime del chirurgo. Salgono attualmente quindi ad oltre venti le pazienti che testimoniano presunte violenze durante le visite che il medico svolgeva, fino al giorno dell’arresto eseguito dai carabinieri di Sala Baganza, prima nella Clinica di Parma e nel suo studio privato in città, quindi a Brescia. Le nuove presunte vittime che si sono rivolte alla tutela legale specializzata de La Caramella Buona Onlus sono di Reggio Emilia, Modena e Piacenza, mentre altre hanno contattato l’Associazione da fuori regione.
“Le nuove testimonianze che stiamo raccogliendo – dichiara il presidente Roberto Mirabile – confermano, quando ritenute attendibili in fase giudiziaria, il quadro già allarmante che ha portato il chirurgo in questione a finire in tribunale per il processo nel quale è attualmente imputato. Queste donne, di varie età, non si conoscono fra di loro e raccontano però abusi simili e parole ripetute dal medico, al quale si erano presentate fiduciose di ottenere una cura ad un disagio fisico e psicologico, l’obesità”.
“Una ragazza in particolare testimonia di una allucinante visita ginecologica invasiva effettuata senza alcun motivo – continua Roberto Mirabile – mentre un’altra ha subito un terribile trattamento proprio pochi giorni prima dell’arresto. Si parla addirittura che le vittime in tutta Italia potrebbero essere centinaia negli anni, di tutte le età e dovremmo capire quale era la posizione del medico all’interno dei Testimoni di Geova, realtà che pare lo abbia espulso anni addietro, a seguito proprio di episodi discutibili avvenuti in sede di visite mediche anomale”.
“Infine – conclude il presidente della Onlus che tutela anche una ragazza abusata da minorenne – è ora di chiedere se non ci siano responsabilità allargate, dato che molti pare che sapessero, anche nella Clinica di Parma, tanto da soprannominare il soggetto come “il molestatore” e chiediamo, pure all’Ordine dei Medici, come sia stato possibile che questo chirurgo abbia continuato ad abusare, stando alle dichiarazioni della sua ultima presunta vittima, nella città di Brescia, pochi giorni prima dell’arresto che ha messo fine a questa tragedia”.