Altri due uomini violenti cone le rispettive compagne condannati dal tribunale di Parma. Non passa giorno senza che tristi storie di violenze domestiche, gelosia malata, umiliazioni, minacce, persecuzioni arrivino sui tavoli dei magistrati chiamati a giudicare per spezzare le catene dell’inferno in cui sono precipitate tante donne.
Il primo ad essere condannato a ben 2 anni e mezzo di reclusione, è un impiegato parmigiano di 38 anni, reo di aver picchiato, minacciato e perseguitato la sua ormai ex compagna. La donna, 30 anni, anche lei parmigiana, madre di due bambine nate da una precedente relazione finita male, accetta di andare a convivere con il nuovo compagno insieme alle sue figlie, a casa della madre di lui.
Ma la favola è durata male. La gelosia dell’uomo sembra fosse ossessiva e per questo frutto di continue liti. Fin quando la donna accetta di andare ad una cena di addio al nubilato di un’amica: quando torna a casa trova la camera a soqquadro e prima ancora di rendersi conto di quanto stava accadendo, è stata aggredita e picchiata dall’uomo. La 30enne prende quindi le figlie e va a vivere da una zia, senza però troncare quella relazione. Ma alla vigilia del Natale 2014, in seguito all’ennesima lite, volano pugni e calci, tanto che la donna è costretta ad andare al pronto soccorso per le ferite al volto e la prognosi è di 30 giorni.
E’ la fine. La donna rompe quella relazione, ma l’incubo è ben lontano dall’essere finito. Il 38enne parmigiano la perseguita in ogni modo, anche con numerosi sms minacciosi, oltre che con aggressioni. Reati per i quali adesso l’uomo è stato condannato a 2 anni e mezzo di reclusione.
MADRE DI 5 FIGLI PICCHIATA E UMILIATA
La donna ha subito finché ha potuto, per amore dei suoi figli – ben cinque – e sperando sempre fosse l’ultima volta. Che quel 54enne marocchino si ravvedesse e tornasse ad essere l’uomo che un tempo aveva sposato. Ma un giorno, stanca delle botte, si è rivolta alla polizia denunciando l’incubo di ogni giorno tra le mura di quella casa.
La storia è così finita in tribunale, dove il 54enne è stato condannato a un anno e 5 mesi reclusione, ottenendo però la sospensione condizionale della pena.