La madre degli imbecilli, si sa, è sempre incinta. Così c’è da segnalare anche la sassaiola contro il pullman del Parma Calcio 1913 ieri sera a Reggio Emilia. Un’accoglienza non proprio da “signori” – che ha compreso anche calci, pugni e petardi – poco prima dell’arrivo allo stadio. Attimi di paura per giocatori e staff, imbottigliati nel traffico nonostante fossero scortati dalle forze dell’ordine. A correre i rischi maggiori è stato il vicesegretario del Parma Calcio, Christian Povolo, seduto di fianco all’autista, raggiunto in pieno dalle schegge dei vetri del pullman andati in frantumi.
Tutto per fortuna si è consumato in pochi secondi, poi l’autobus ha potuto proseguire verso il Mapei Stadium. A questi “caldi” tifosi, c’è da augurarsi, che i due schiaffoni rimediati dalla loro squadra brucino almeno un po’ di più. E le società di calcio, tutte, dovrebbero fare a meno di questi pseudo tifosi con deficit cerebrale acuto. Il calcio non ne ha bisogno.
Proprio nel giorno del derby ben 11 ultras parmigiani non sono potuti andare al Mapei Stadium di Reggio Emilia, fermati all’ultimo istante da un Daspo che impedirà loro di entrare allo stadio. I fatti sono quelli del Bar Primavera di via Zarotto, lo scontro fra tifosi del Parma e del Padova. La Digos della Questura di Parma ha concluso le indagini e sta collaborando con quella di Padova per emettere lo stesso provvedimento nei confronti dei tifosi veneti coinvolti nel parapiglia che ha visto volare fumogeni, pugni, calci e quanto c’era a portata di mano.
E se qualcuno pensa ai soliti giovani scapestrati, è decisamente fuori strada. Degli 11 ultras del Parma che la partita potranno guardarla solo in tv, il più giovane ha ben 42 anni. Non solo, per uno degli 11 è arrivato anche un “avviso orale” da parte del questore, quindi alla prossima potrebbero scattare sanzioni ben più gravi sul piano giudiziario.