Nel Parmense operano 8 centri islamici, in regione sono 176. Ecco la...

Nel Parmense operano 8 centri islamici, in regione sono 176. Ecco la mappa

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Sono 176 i centri di culto islamici in Emilia-Romagna. Sono i dati della ricerca a cura dell’Osservatorio sul pluralismo religioso (Gris) presentati questa mattina in Assemblea legislativa. Si tratta della prima mappatura sulla diffusione dell’islam in Emilia-Romagna. L’Emilia Romagna è seconda, dopo la Lombardia, a detenere il record per il numero di centri aperti e per il numero di musulmani in Italia: sono 183.000, il 13% del totale degli stranieri presenti nella penisola.

I centri islamici sono concentrati soprattutto nelle province: tra queste spicca Bologna che è in testa con 48 centri (14 in città e 34 in provincia), segue Modena con 27, Reggio Emilia con 22, Ferrara con 20, Ravenna con 17, Rimini e Forlì-Cesena con 12, Piacenza con 9 e Parma con 8.

A Parma città, in particolare ci sono la Comunità Islamica di Parma e Provincia con sede in Borgo San Giuseppe 26, il Centro Islamico di via Pietro Campanini 6, l’Associazione Islamica di via Cufra 13, e la Confessione religiosa Fede Bahá’í Parma in via Varese 11. In provincia si trovano invece la Comunità Islamica della Val di Taro e del Ceno in via Fornace 4 a Riccò, il Centro Culturale Islamico Ennour di via Mentana 2 a Fidenza, il Centro culturale islamico Borgo di via Dei Mille 14 sempre a Fidenza, il Centro Islamico di via Castello 2 a Basilicagoiano. La sede della religione Baha’i, di derivazione islamica ma di fatto autonoma, a Parma dal 1986, in particolare, è frequentata da 400 fedeli, soprattutto italiani.

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(Guarda la mappa interattiva)

Il lavoro di mappatura non è stato semplice – spiega Pino Lucà Trombetta, direttore dell’Osservatorio religioso – a causa della mancanza in Italia di una legge sulla libertà religiosa e della difficoltà di rispettare tutti i requisiti richiesti per aprire un luogo di preghiera, tutte queste realtà sono classificate come associazioni o centri culturali, che operano sulla base del principio costituzionale di non-discriminazione”.

Dalla ricerca emerge un islam plurale, articolato secondo la provenienza dei musulmani e, conseguentemente, secondo le scuole giuridiche islamiche. Le presenze più rilevanti sono da Marocco e Albania ma il panorama è in evoluzione e pone nuove sfide.

La quasi totalità dei credenti appartiene alla corrente dei sunniti ma, ad esempio, a Piacenza la Comunità religiosa islamica è di ispirazione sufi, come a Carpi esiste l’unica realtà sciita censita in Regione. A Bologna e Ferrara esistono centri Subud, una corrente nata in Indonesia che propone una religiosità mistica con influenze induiste e buddhiste. A San Pietro in Casale, nel bolognese, c’è un centro Ahmadiyyat, un movimento che non potrebbe esistere in Pakistan e Arabia Saudita, dove è nato, perché perseguitato. A Bologna è presente una moschea Faizan E Madina, corrente religiosa sunnita nata in Pakistan.

Le comunità religiose asiatiche e altre, ad esempio dal Senegal, sono sotto-rappresentate nello spazio pubblico rispetto alla componente maghrebina, sia per la lontananza geografica sia per la più recente migrazione sia anche per la tendenza alla chiusura etnica.

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