Prosegue con l’arrivo di una modernissima apparecchiatura laser il percorso di specializzazione tecnologica per prevenire e curare la disabilità visiva grave dei piccolissimi bimbi nati al Maggiore. Dopo l’arrivo della ”Ret Cam 3”, sofisticata attrezzatura diagnostica per lo screening oculistico su tutti i neonati pretermine, grazie all’Associazione Colibrì è operativo da alcuni mesi nel reparto di Neonatologia il Laser per trattare chirurgicamente le forme gravi di retinopatia oculare. Completa la dotazione del laser OcuLight SLx un casco per visualizzare il tessuto retinico donato dai Boys Parma.
Presentate oggi all’Ospedale dei Bambini “Pietro Barilla” le apparecchiature – spiegano Cinzia Magnani, direttore della Neonatologia e Elio Spaggiari dell’Oculistica – sono state già impiegate su due bimbi affetti da retinopatia. Gli interventi, l’ultimo dei quali eseguito proprio alcune settimane fa – proseguono i medici – sono stati svolti grazie ad un lavoro di équipe che ha coinvolto anche gli specialisti dell’unità operativa di 1° Anestesia e Rianimazione, diretti da Maria Luisa Caspani. Un lavoro corale rimarcato anche dal direttore di dipartimento Gian Luigi de’Angelis e da Stefano Gandolfi, direttore dell’Oculistica, che, aggiungono, “qualifica il Maggiore come centro a d alta specialità”.
“Con questa donazione – precisa Daniela They, presidente di Colibrì – consentiamo ad un neonato piccolissimo di essere operato all’Ospedale dei Bambini senza dover essere trasferito in altra struttura. E’ questo il valore aggiunto del nostro gesto, realizzato grazie ad un coinvolgimento della direzione dell’Ospedale e dei reparti”. Al suo fianco i Boys Parma che hanno aggiunto sotto l’albero di Natale, grazie ai 12mila euro raccolti durante iniziative calcistiche, un apposito caschetto in grado di guidare l’intervento del chirurgo. “E’ una gara di generosità quella del volontariato che rafforza il legame dell’ospedale con la città e che grazie al lavoro di medici e sanitari ci consente di raggiungere risultati importanti. Di questo, ne possiamo solo essere orgogliosi”, ha concluso Massimo Fabi direttore dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria.
Con la nuova apparecchiatura il bambino, trattato in una sala operatoria appositamente predisposta, viene curato con un raggio laser diretto attraverso la pupilla, tramite l’ausilio di un apposito dispositivo (oftalmoscopio indiretto), per intervenire sulla zona periferica della retina. Il trattamento dura circa 30-45 minuti per occhio.
Nell’unità operativa di Neonatologia di Parma ogni anno accedono circa 400 neonati e di questi circa 50 hanno un peso inferiore ai 1500 grammi. Le nascite pretermine sono, infatti, in aumento in tutto il mondo ed un numero sempre maggiore di bambini sopravvive grazie all’avanzamento tecnologico e alle migliori capacità di cura. L’obiettivo prioritario deve inevitabilmente perseguire oltre alla sopravvivenza una qualità di vita sempre migliore specie per i più piccoli il cui peso alla nascita va da 500 a 1500 grammi, più a rischio degli altri per complicanze e sequele a distanza.
La retinopatia del prematuro (ROP) è una malattia vascolare della retina che si manifesta generalmente in neonati nati entro la 32a settimana, provocata dalla formazione di nuovi vasi sanguigni nella periferia retinica, conseguenti alla prematurità e quindi al peso alla nascita, fattore di rischio più importante. I nati con peso inferiore a 1250 grammi hanno un rischio elevato di sviluppare una forma medio-grave di retinopatia del prematuro. Fondamentale, visto che il neonato non è in grado di riferire alcun sintomo, che i piccoli siano sottoposti a frequenti visite del fondo oculare durante le prime settimane di vita, in modo da poter diagnosticare il prima possibile eventuali segni della patologia. Data la rapidità dell’evoluzione clinica è fondamentale nella ROP intervenire il prima possibile per evitare un distacco di retina totale e conseguente cecità.