Strada Mazzini si prepara a cambiare volto per essere più fruibile da parte dei cittadini. Il progetto di Luigi Dall’Argine e Federica Aimi, approvato dall’amministrazione del sindaco Federico Pizzarotti su proposta dell’assessore ai lavori pubblici Michele Alinovi, prevede tra l’altro marciapiedi più ampi e nuova illuminazione e si inserisce in un piano di riqualificazione più ampio che interesserà il centro storico.
“L’obiettivo – ha spiegato il primo cittadino, Federico Pizzarotti, – è di riqualificare via Mazzini, nell’ambito di un progetto di più ampio respiro che coinvolge piazza della Pace, il complesso di San Paolo, il Municipio ed il Parco Ducale. Il progetto intende rendere via Mazzini più attrattiva e maggiormente fruibile da parte dei cittadini ed anche dei turisti in modo da valorizzare il più possibile il centro della città”.
L’assessore ai lavori pubblici, Michele Alinovi, ha parlato di riqualificazione e rigenerazione urbana per un centro commerciale naturale strategico del centro storico, come via Mazzini. “La necessità del recupero di via Mazzini – ha spiegato – è legata ai temi del decoro urbano e nasce da un processo di confronto che ha visto il Comune dialogare con i commercianti e gli amministratori di condominio della via. Il progetto coinvolge altri temi molto sentiti e di attualità come quello della sicurezza e del miglioramento del commercio grazie ad un intervento di ampio respiro che coinvolge il tema dell’illuminazione e che intende migliorare la continuità di un percorso del centro urbano che generi socialità positiva ed abbia ricadute positive sul commercio”.
I progettisti, Luigi Dall’Argine e Federica Aimi, hanno illustrato i dettagli del progetto partendo da un excursus storico per focalizzarsi sui singoli interventi che riguardano marciapiedi, illuminazione, decoro urbano, i portici ed anche la comunicazione.
Via Mazzini è un’asse commerciale storico, nel Settecento era la Via dei Mercanti, Bassa dei Magnani. La sua conformazione è l’esito di un disegno generale di Piano regolatore del 1933, dettagliato nel Piano particolareggiato di esecuzione del 1938, che ne prevedeva l’ampliamento e sistemazione, attraverso la demolizione dei palazzi sette – ottocenteschi, per realizzare edifici più moderni, efficienti e razionali. Il piano regolatore normava un’altezza complessiva degli edifici fino a 6 piani oltre a un piano terra porticato a doppio volume, soprattutto ampliava l’asse stradale da 7 a 15 metri, oltre ai portici laterali.
Oggi è una via centrale di grande passaggio, veicolare e pedonale – quest’ultimo interessa quasi unicamente l’area dei portici: i marciapiedi larghi circa 1,30 metri, ospitano solo le persone in attesa degli autobus o biciclette parcheggiate in modo disordinato – ma ha perso la propria attrattività di spazio centrale e commerciale, diventando un luogo da attraversare in modo rapido e distratto.
Obiettivo del progetto è riconnettere Via Mazzini alla città, rivitalizzarla e renderla nuovamente una via centrale, un luogo attrattivo e contemporaneo, un importante asse commerciale. Il progetto si sviluppa da un segno continuo, chiaramente leggibile: un percorso ininterrotto che collega il Ponte di Mezzo a Piazza Garibaldi. I marciapiedi sul lato nord, a partire dalla Piazza (esposti al naturale soleggiamento e lungo i quali è più piacevole passeggiare), si allargano di circa 2 metri. Questo asse continuo si espande nei punti di connessione con le strade che si innestano lungo il percorso. La pavimentazione dei marciapiedi prosegue in modo complanare, in corrispondenza degli incroci con Strada Garibaldi da un lato e Via Cavestro dall’altro, allargandosi fino a comprendere anche la larghezza del portico.
Punto centrale del progetto è l’incrocio con l’asse di via Oberdan e via Carducci che collegano via Mazzini da un lato all’Università, dall’altro alla zona del Mercato della Ghiaia. In queste zone le aree pavimentate si allargano e i percorsi si espandono. L’attraversamento pedonale tra Via Oberdan e via Carducci segna idealmente il punto sotterraneo di arrivo delle arcate del ponte romano. L’allargamento del marciapiede accoglie su via Mazzini le fermate degli autobus, evitando il sovraffollamento del portico per le molte persone in attesa, e consente alle attività commerciali una migliore visibilità e ai bar l’opportunità di occupare in parte lo spazio dei portici con tavolini e sedute.
Lo spazio a terra si allarga oltre ai portici e l’imponente altezza (circa 7 metri) si riproporziona per diventare più intima e familiare, come nella città storica, ma in modo nuovo. In alcune zone l’introduzione di elementi luminosi sospesi sposta lo sguardo e invita a fermarsi. I marciapiedi e le aree di connessione saranno realizzati in pietra di Luserna, diffusa in quasi tutto il centro storico; per segnalare gli attraversamenti pedonali si affianca alla Luserna il granito bianco.
Il progetto, per quanto riguarda i portici, prevede il mantenimento delle pavimentazioni esistenti laddove ben conservate, intervenendo con puliture puntuali ed azioni specifiche, prevedendo la sostituzione delle pavimentazioni non recuperabili, o il cui recupero sarebbe troppo oneroso. Le operazioni di pulitura e protezione riguarderanno anche i pilastri dei portici per rimuovere i depositi di sporco e i graffiti. Il tema della luce coinvolge tutta la strada e la caratterizza in modo uniforme, creando una nuova immagine ben riconoscibile e attraente. Oggi Via Mazzini è illuminata da grandi lanterne di vetro opalino sospese al centro delle arcate a illuminare sia la zona porticata che la carreggiata. Le lanterne furono installate negli anni ’60 e oggi sono diventate un sistema obsoleto e di difficile e costosa manutenzione. Per i due edifici di testata si può pensare di conservarle e recuperarle, sostituendo la sorgente luminosa non a vista con lampade led, come per il resto della via.
Per tutto il tratto di strada fino a viale Mariotti il progetto inserisce sistemi di illuminazione distinti, ma coordinati: un’illuminazione stradale esterna al portico (installata in corrispondenza dei pilastri lungo il lato sud), un’illuminazione diffusa, per la parte porticata, un’installazione luminosa specifica in alcuni tratti di portico. L’idea di riproporzionare l’altezza dei portici attraverso l’uso di controsoffitti luminosi si realizza attraverso l’installazione a soffitto di cilindri sottili a sezione circolare, di lunghezza circa 3 metri, che ospitano nella parte terminale una luce led con opportuno grado di protezione. La luce si allinea al piano mezzanino, il passo tra un corpo luminoso e l’altro garantisce permeabilità visiva e diffusione uniforme della luce. La maggiore illuminazione della strada e dei portici nelle ore notturne aumenta il senso di sicurezza.
Il progetto introduce un sistema più razionale di parcheggio delle bici, i portabiciclette saranno concentrati sotto ai portici lato sud, tra Via Cavestro e Via Oberdan, dove si attestano due importanti catene commerciali, liberando gli edifici di testata (numerosi porta biciclette sono presenti sulla Piazza e verso la Ghiaia). Si sfruttano i punti di naturale soleggiamento per introdurre verde pubblico: alcuni alberi a medio fusto tra Via Carducci e Via Oberdan, inseriti nei grandi elementi di seduta.
Sotto ai portici dell’edificio di testata lato sud, verso Viale Mariotti, si introducono leggeri pannelli verticali sospesi e tesati in corrispondenza dei pilastri. Una banda verticale, di uguale altezza (dal soffitto del portico al solaio del mezzanino, circa 3 metri) sarà installata sul lato esterno dei pilastri verso la strada lungo tutto il lato sud. Questa posizione strategica permette al Comune di segnalare mostre ed eventi, invita a percorrere la nuova strada scendendo verso la piazza.
PELLACINI (CP): “SOLDI SPESI MALE”
Il consigliere comunale ex Udc ora Centristi per Parma, dai banchi dell’opposizione non è mai stato tenero con il sindaco Pizzarotti e la sua gestione. E anche stavolta non si smentisce.
“L’Amministrazione Pizzarotti spenderà un milione e mezzo di euro circa per rifare via Mazzini dimenticando i problemi della città e, in generale, le periferie – tuona Pellacini -. Un rifacimento inutile che non abbellisce la città e crea problemi alla circolazione. Con il restringimento della carreggiata i furgoni che riforniscono le attività commerciali potranno avere uno spazio per il carico scarico? Gli autobus non avranno problemi? Così facendo si mettono in pericolo le migliaia di ciclisti che ogni giorno percorrono il centro città. ‘Questa politica deve puntare a scelte urbanistiche di salvaguardia del territorio e all’utilizzo di infrastrutture leggere e di spazi vivibili per pedoni e ciclisti’ recitava Pizzarotti nel programma elettorale per cui è stato votato e che Pizzarotti stesso ha sconfessato in ogni suo punto. Ora dice di stringere la strada, dei ciclisti chissenefrega”.
“Era Pizzarotti che per anni ha ripetuto il mantra ‘Non ci sono i soldi, non ci sono i soldi’, anche al tempo delle proteste dei disabili – continua Pellacini -. Ora i fondi per via Mazzini, piazzale Barbieri, il Comune, la fontana di via Repubblica spuntano dal cilindro per magia ma solo a fine mandato. Non sarà per pura campagna elettorale? Le dirò allora come poteva spendere meglio quei soldi: tenendo pulite le piste ciclabili, potando le piante in modo che siano percorribili, tracciando le righe e tenendole ben visibili e non come sono conciate ora e, magari giusto se le avanza un po’ di tempo fra una trasmissione e l’altra in cui parla delle sue beghe di partito, tracciare nuove piste ciclabili. Assessori e consiglieri verranno scagliati a dire che è stata fatta la cicletteria e il parcheggio in stazione. Mi spiace ma avete dimenticato tutto il resto, si chiamano parmigiani. Pizzarotti spende e spande, malamente, solo per il gusto di distruggere, per lasciare i rottami di un Comune in mano a chi verrà dopo di lui, tanto sa che non verrà rieletto. Non si preoccupi sindaco – conclude il consigliere di opposizione – la gente non si lascia incantare dal denaro speso negli ultimi mesi in campagna elettorale, nel suo caso i cittadini ricorderanno questa amministrazione come la peggiore degli ultimi cinquant’anni, la più distruttiva“.