Savani: sabato tutti in via Cocconcelli per raccogliere i cachi

Savani: sabato tutti in via Cocconcelli per raccogliere i cachi

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Quando Elio cantava Italia si, Italia no di sicuro non pensava al referendum, né immaginava che Parma potesse diventare la terra dei cachi. Cachi si, cachi no in città è ormai scoppiata… la guerra dei cachi.

Su fronti contrapposti i tanti cittadini che in rete e non solo si coalizzano in difesa dei cachi delle vie Marchesi, Cocconcelli, Cremona, Boccaccio, Barilli, Baratta e Pellizzardi, e l’amministrazione del sindaco Federico Pizzarotti intenzionata a tagliare 200 piante di questi frutti che, cadendo dagli alberi su auto e marciapiedi, sporcano e possono far scivolare i passanti.

Ma chi più di tutti si è intestato la battaglia dei cachi – prima in commissione e poi in consiglio comunale – è il consigliere comunale 5 Stelle Fabrizio Savani che lancia un appello alla città: “Contro la volontà di questa amministrazione di ammazzare 200 kaki in Oltretorrente perché sporcano, facciamo sentire la voce della maggioranza silenziosa che dice basta ad atteggiamenti arroganti e sprezzanti nei confronti del patrimonio ambientale di Parma”.

L’appuntamento è per domani sabato 26 novembre alle 9.30 in via Cocconcelli “per raccogliere i frutti di un albero di kaki e per dimostrare che basta poco e che cambiare si può“.

Da oggi si è dato ufficialmente la stura – scrive tra l’altro Savani sul suo profilo facebook – all’ammazzamento degli alberi in ogni parte della città Sarà sufficiente dire che i rami che che cadono possono essere un rischio per la città e si potranno di fatto abbattere. I tigli sporcano? E’ un rischio, abbattiamoli. Gli ippocastani fanno cadere le castagne? E’ un rischio, sradichiamoli“.

La decisione dell’assessore Gabriele Alinovi, per la verità, sembra non piacere proprio a tutta la maggioranza che sostiene l’amministrazione. D’altra parte in Oltretorrente e al Pablo soprattutto quegli alberi ci stanno da più di trent’anni e nessuno se ne è mai avuto così a male. Ma adesso la partita si fa più difficile: a decidere per l’abbattimento è stata la Commissione del verde – quella che ha deliberato di multare fino a 500 euro chi magari non vuole più quel solo albero che si ritrova in giardino – in cui siedono anche due ambientalisti. La promessa è la sostituzione degli alberi con altri, chiaramente più giovani, che inevitabilmente avranno anche un costo. Ma allora chi ci guadagna in questa operazione?

Nell’attesa di scoprirlo, per molti l’idea di abbattere quegli alberi fa proprio… cachi.

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