“Diritti di proprietà intellettuale per le Indicazioni Geografiche: cosa è in gioco nel TTIP?”. Questo è il titolo in italiano di un testo in inglese (Intellectual property rights for Geographical Indications: what is at stake in the TTIP?), opera di professori e ricercatori universitari dell’ateneo di Parma – Filippo Arfini, Maria Cecilia Mancini, Mario Veneziani e Michele Donati – che verrà presentato domani sera, 23 novembre, alle 18, a Parma, presso la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpi.
Presentazione e tema saranno affrontati nel corso di una tavola rotonda con Filippo Arfini, professore dell’Università di Parma e capofila degli autori del testo, Vincenzo Carrozzino del ministero delle Politiche agricole, e in rappresentanza dei consorzi locali Simone Calzi (Prosciutto di Parma), Giorgio Bocedi (Parmigiano Reggiano) e Federico De Simoni (Aceto Balsamico di Modena). Moderatore sarà Domenico Dentoni, dell’Università di Wageningen (Olanda).
Significativo è che proprio nell’università di Parma nasca una riflessione così approfondita sulle Indicazioni Geografiche. Il volume è infatti la raccolta rielaborata degli atti di un convegno che si è tenuto nel maggio del 2016 che ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori convocati da tutto il mondo per dibattere su una domanda che sta a cuore a gran parte dei produttori delle eccellenze del nostro territorio: quali strumenti giuridici per proteggere sui mercati mondiali al meglio i prodotti di origine e le denominazioni, i marchi e i loghi? E quali le conseguenze per le implicazioni commerciali, per l’identificazione e la protezione della qualità e del consumatore e per lo sviluppo territoriale delle Indicazioni Geografiche? E soprattutto, come inserire l’uso dei vari strumenti legislativi di protezione nella prospettiva degli accordi di partenariato che sono stati realizzati (CETA tra UE e Canada) e soprattutto che erano all’orizzonte (TTIP tra UE e Usa)?
La riflessione appare di grande attualità, non solo per i temi approfonditi ma soprattutto dalle recenti perplessità emerse a livello europeo, sollevate dalla Francia, e dalle affermazioni del futuro presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha affermato di voler aumentare la protezione economica dei prodotti Usa.