Dà fuoco alla casa, ma agli agenti della Polizia e ai vigili del fuoco intervenuti sul posto dice di essere uscito qualche minuto per andare a prendere una birra lasciando il forno acceso. E’ accaduto lo scorso 19 novembre, poco prima delle 22, al piano rialzato di una palazzina di via Roncoroni, 5.
Le dichiarazioni dell’uomo sono state subito smentite dagli operatori del 115, così come dagli altri condomini del palazzo che avevamo visto uscire fumo e fiamme dalla parte posteriore della casa, cioè dalla zona notte. L’incendio era partito proprio dalla camera da letto e non dalla cucina. E quando il fumo si è diradato, davanto agli occhi degli agenti delle Volanti e ai vigili del fuoco, si è presentato uno scenario surreale: in camera da letto c’erano lunghe strisce di carta disposte come micce lungo tutto l’appartamento e in parte avvolte agli arredi. Per terra anche due bottiglie di alcol etilico vuote.
Evidente la natura dolosa del rogo che per l’inquilino dell’appartamento – G.G.C., 42 anni, residente a Parma – ha fatto scattare le manette per incendio doloso aggravato. L’uomo è ora in attesa di giudizio. La sua condotta avrebbe di fatto messo a repentaglio l’incolumità degli altri inquilini del palazzo.
A dare l’ultima spallata alla versione del 42enne, è stato il controllo medico dal quale è emerso un valore di CarbossiHb (FCOhb) nel sangue pari al 7,1%, su un range normale pari a 0,0 – 0,8%. A parere del medico curante, un tale valore è possibile con una esposizione della persona al fumo per diversi minuti. Come se il 42enne, prima di uscire, fosse rimasto esposto per un po’ all’incendio, respirandone di conseguenza il fumo.
Ma resta ancora avvolto nel mistero il motivo per il quale il 42enne avrebbe dato fuoco alla casa.