La licenza non ce l’aveva più da tre anni, ma lui non ha mai smesso di esercitare il lavoro di investigatore privato con tanto di ufficio in centro e un giro d’affari piuttosto ricco. Ma un 36enne parmigiano, impegnato a seguire più obiettivi per conto dei suoi clienti, è scivolato sulla classica buccia di banana. Rimediando una denuncia per esercitazione abusiva dell’attività investigativa e illecito trattamento di dati personali.
Tutto è iniziato in una carrozzeria di Langhirano, dove un uomo aveva portato la sua auto per un piccolo intervento. Il carrozziere ha rinvenuto sotto la sua auto un localizzatore gps avvolto in una camera d’aria e attaccato con una potente calamita. Il dispositivo è stato quindi portato ai carabinieri che hanno subito iniziato le indagini del caso, temendo che la persona potesse essere in pericolo. Ma nulla di tutto ciò è emerso, in quanto il proprietario dell’auto è una persona normalissima senza alcun contatto con ambienti pericolosi.
Il primo passo è stato contattare l’azienda di Modena che fornisce questi dispositivi agli investigatori privati, la quale ha subito rivelato il nome dell’acquirente: il 36enne di Parma. Nel frattempo, però, il proprietario dell’auto è tornato dai carabinieri con un secondo dispositivo, un po’ più grande del primo, trovato sempre sotto la sua vettura. All’interno di questo, i militari hanno trovato una scheda Sim risultata intestata a un ignaro parente del sedicente investigatore. Che aveva attaccato il secondo dispositivo, pensando che il primo si fosse staccato accidentalmente e non che fosse già in mano ai carabinieri.
Il sostituto procuratore Umberto Ausiello ha quindi disposto la perquisizione dell’ufficio dell’ex investigatore privato, al quale la Prefettura aveva revocato la licenza già nel 2013. I carabinieri hanno quindi ritrovato molti documenti con dati sensibili e un rilevatore Gps con cui l’investigatore seguiva i suoi obiettivi. Inevitabile a quel punto, per il 36enne, la denuncia a piede libero.
Nessuna notizia, invece, del cliente che ha pagato l’investigatore per seguire quell’uomo.