I detenuti di Parma hanno perso una madre, una sorella, un braccio al quale appoggiarsi in ogni momento di bisogno. E’ scomparsa nel pomeriggio di domenica in seguito a una malattia che non le ha lasciato scampo, la volontaria Luciana Gardoni. Dal 2003 era presente nel carcere di via Burla come assistente volontaria, ovvero un ruolo di spessore per la collaborazione con l’Istituzione nel sostegno morale dei reclusi e il loro reinserimento nella società.
Era nata sessantasei anni fa, viveva a Felino. Dopo una vita passata a lavorare nello studio del fratello commercialista e consulente del lavoro, aveva collaborato con il patronato Acli di Parma e da 13 anni si presentava pressoché quotidianamente in carcere per assistere i detenuti e salvaguardare i loro diritti come lavoratori, ammalati, pensionati o nulla tenenti.
Luciana era conosciuta da tutta la comunità penitenziaria di Parma per le sue sempre aggiornate competenze tecniche e le infinite qualità umane che l’hanno portata a conquistarsi la fiducia di tutti i detenuti che affidavano a lei la tutela della loro dignità spesso annichilita dalla burocrazia, dalla inefficienza e dalla diffidenza che la vita detentiva porta a conoscere.
Il suo spirito, il suo cuore al servizio della comunità penitenziaria, la sua umiltà l’avevano portata ad affrontare complessi casi amministrativi spesso avvolti dall’indifferenza delle Istituzioni. Non si commette un errore nel dire che oggi per i detenuti di Parma è un giorno triste e doloroso perché se ne è andata una delle loro più importanti assistenti e garanti della loro dignità.