Discussa in commissione Politiche per la salute, presieduta da Paolo Zoffoli, un’interrogazione di Fabio Rainieri (Lega nord), in cui si sollecita “una più equa distribuzione dei migranti da accogliere sul territorio regionale e quindi la drastica riduzione delle destinazioni alla provincia di Parma, fino a che non si ritorni alla quota prestabilita, e la cessazione totale di destinazioni a Salsomaggiore Terme e alla frazione di Tabiano Bagni”.
“Secondo gli accordi di ripartizione tra Stato, Regione e Enti locali – spiega il consigliere – alla provincia di Parma dovrebbero essere destinati l’11,7% dei richiedenti asilo presenti in Emilia-Romagna”, al contrario “ne sono accolti il 14,2 %”, con picchi nel comune di Salsomaggiore Terme, “dove risiedono meno del 5 % degli abitanti di quella provincia, ma sono presenti il 18,26 % dei richiedenti asilo ad essa assegnati”. Rainieri porta l’esempio di Tabiano Bagni, che conta appena 580 residenti e dove sarebbero alloggiati in alberghi privati 149 persone, su un totale di 227 richiedenti asilo accolti nel comune di Salsomaggiore Terme. Il consigliere lamenta anche che i richiedenti asilo a Tabiano Bagni “non svolgano alcun tipo di attività”, nonostante l’impegno della Regione, condiviso con le Prefetture, Anci, Forum Terzo settore, Cgil-Cisl-Uil e organizzazioni regionali della cooperazione sociale, di promuovere la loro integrazione attraverso il coinvolgimento in iniziative di volontariato. Di qui, la richiesta all’esecutivo regionale di attivarsi per risolvere il problema di sicurezza e decoro pubblico dovuto alla presenza di più di un migrante irregolare su quattro residenti a Tabiano Bagni, in circolazione per l’intera giornata senza svolgere attività, e, in questo modo, rimuovere “un forte deterrente alla vocazione turistica della località”.
Il problema maggiore – risponde Elisabetta Gualmini, assessore alle Politiche di welfare – è quello dell’equa ripartizione dei migranti tra i territori: la metà dei Comuni dell’Emilia-Romagna non accoglie richiedenti asilo. Una situazione – aggiunge – che “non può funzionare nel lungo periodo e probabilmente i criteri di ripartizione provinciale condivisi con le Prefetture dall’estate 2014 stanno mostrando limiti. Gualmini fa riferimento, in particolare, alla Romagna che è “sotto quota” e cita a questo proposito le province di Forlì-Cesena e Rimini. L’assessore, inoltre, esclude che ci siano nuovi arrivi in provincia di Parma: “La presenza di 150 migranti a Tabiano non mi vede per nulla concorde – afferma – ed è evidentemente lontana dalla linea espressa da Regioni e Anci nazionale che chiede il collocamento del minor numero possibile di richiedenti nel maggior numero possibile di Comuni”.
Gualmini segnala anche un “aggravio di arrivi” di richiedenti asilo nella nostra regione a causa del terremoto che ha colpito quattro regioni, che sono quindi escluse dal riparto. Siamo tuttavia – spiega – in una situazione non più di “emergenza, ma di ‘ordinaria amministrazione’, nel senso che i flussi di profughi continueranno ad arrivare nei nostri territori senza troppe interruzioni”: si deve quindi dotarsi di un “approccio pragmatico” da “non confondere con un’idea di ‘accoglienza senza limiti’” prefigurata da Rainieri.
L’assessore precisa anche che i migranti di Tabiano non sono “irregolari”, ma “regolarmente soggiornanti”, “nelle condizioni, quindi, di poter svolgere attività sociali, di volontariato e lavorative” e esclude “gravi problemi di sicurezza e decoro pubblico”, tuttavia c’è l’impegno a monitorare che la situazione non peggiori.
Gualmini, riferendosi a un “necessario salto di qualità al sistema di accoglienza nazionale”, cita la lettera inviata dalla Conferenza delle Regioni al Governo, dove si chiede che “sia imposto per legge un numero di migranti obbligatorio in ogni territorio”, per esempio 2.5 ogni mille abitanti. Tra le altre richieste: quelle di un’interlocuzione stabile tra Governo e Regioni, di particolari attenzioni per le specificità di certe regioni, in particolare di confine, della promozione di accordi bilaterali con i paesi di origine per i rimpatri e della predisposizione da parte della UE di piani di miglioramento delle condizioni di vita nei luoghi di origine. Finchè comunque la competenza formale sul sistema di accoglienza rimane nelle mani delle Prefetture- conclude- possiamo solo collaborare con i Prefetti nelle sedi deputate, come il Tavolo di coordinamento regionale sui flussi non programmati.
“Una risposta poco convincente” a giudizio di Rainieri, che, nella replica, afferma che l’assessore ha di fatto confermato le tesi che sono alla base delle proteste dei cittadini. “Non c’è infatti – spiega – un progetto chiaro e ben definito di accoglienza e rimangono tutte le ragioni per essere preoccupati sul piano della sicurezza. Se alle difficoltà legate al termalismo che stanno vivendo Salsomaggiore e Tabiano, aggiungiamo i problemi collegati alla presenza dei richiedenti asilo, la situazione – aggiunge – può diventare davvero critica e non mi sembra che ci siano i presupposti per risolverla perché manca una solida e consapevole azione di governo”.
Non solo. Rainieri ha attaccato anche il premier Matteo Renzi oggi in visita nel parmense. “Renzi va a fare passerella a Vaio ma si guarda bene da andare a fare un giro, appena cinque chilometri più in là, dove di più ce ne sarebbe bisogno, a Tabiano il posto in cui è più evidente la sua pessima gestione dell’emergenza migranti”.