Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Parma, Arpae, Comune di Noceto, Provincia di Parma e Ministero dell’Ambiente citati in giudizio per pagare 2 milioni di euro di danni a un imprenditore. A depositare la citazione al tribunale civile di Parma sono stati i legali della Dima Srl, società guidata da Roberto Colla, fallita nello scorso mese di maggio in seguito alla chiusura dell’impianto di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e termica che si trova in via Canvelli a Noceto. Secondo l’azienda, infatti, il provvedimento che ha determinato la chiusura dell’impianto sarebbe stato ingiusto e avrebbe di fatto determinato il fallimento della società.
Vittima di norme poco chiare e spesso contraddittorie, interpretate a volte in maniera differente dai diversi enti coinvolti. Nessuna contestazione all’azienda su eventuali emissioni, ma solo sul “combustibile” utilizzato: il grasso animale. Per alcuni un rifiuto da trattare in maniera speciale, per altri un sottoprodotto non pericoloso come stabilito in un decreto del 2006 e in norme successive. Ma niente da fare: è prevalso il concetto di rifiuto e l’impianto è stato fermato. Ma altri simili sono tuttora in funzione a Bologna e a Ferrara.