Omicidio di via Gobetti: Luca Vescovi resta in carcere. Ecco come è...

Omicidio di via Gobetti: Luca Vescovi resta in carcere. Ecco come è andata nella notte di Halloween

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Luca Vescovi, 36 anni, nato a Parma ma residente a Poviglio, resta in carcere a Reggio Emilia con l’accusa di omicidio volontario e rapina impropria. L’arresto operato dagli agenti della Squadra mobile di Parma nel Reggiano è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia. Sarebbe proprio Vescovi – attualmente senza un lavoro, e con qualche precedente per furto, lesioni e detenzione di armi atte a offendere – l’uomo al volante dell’auto che nella notte di Halloween ha provocato la morte del 22enne nigeriano Thankgod Omonkhegbele in via Gobetti, zona San Leonardo, uno dei tanti pusher che operavano in quelle viuzze, ma ancora sconosciuto alle forze dell’ordine.

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Gli uomini della Mobile, con i pochi indizi a disposizione, sono riusciti a risalire a lui e quindi a ricostruire quanto avvenuto anche attraverso alcuni testimoni. Una brutta storia finita nel peggior modo possibile, iniziata con il furto di un sacchetto di marijuana che Luca Vescovi avrebbe strappato dalle mani della vittima. A raccontare il film di quella notte delle streghe, l’amico che era in auto con Vescovi che spontaneamente è andato in Questura per liberarsi di quel peso.

Quella notte, poco dopo le 2, in auto i due amici si sono recati al San Leonardo, dove hanno avvicinato un pusher, con il quale però la trattativa sul prezzo non sarebbe andata a buon fine. Vescovi ingrana quindi la marcia e riparte, fin quando non incrocia il 22enne che attira la sua attenzione. Appena qualche metro di retromarcia lungo la stretta via Gobetti e anche qui inizia una discussione sul prezzo. Ma stavolta il 36enne non ha troppa voglia di tirarla per le lunghe e vuole ad ogni costo quella marijuana. All’improvviso, quindi, strappa di mano al pusher nigeriano il sacchetto con l’erba ed è ripartito a velocità.

A quel punto Thankgod Omonkhegbele, urlando qualcosa contro il guidatore, si è attaccato allo sportello per cercare di recuperare la sua roba. Ma Luca Vescovi non si è fermato e anzi lo ha avrebbe trascinato per una cinquantina di metri prima che il 22enne perdesse la presa e finisse con la testa contro un muretto. Un urto violentissimo che non gli ha lasciato scampo. Mentre Luca Vescovi e l’amico se ne sono andati nel buio della notte.

Fin qui la dinamica di quanto avvenuto nella notte. Ma per arrivare a ricostruirla non è stato per niente facile: il 22enne non aveva alcun precedente con le forze dell’ordine, a Parma non lo conosceva quasi nessuno e pure la causa della morte – quella grave ferita alla testa – per un po’ è rimasta un mistero (leggi).

Il cadavere è stato ritrovato alle 3.10 riverso in una pozza di sangue lungo via Gobetti, quasi all’incrocio con via Griffith, ma alcuni residenti hanno riferito di aver sentito delle urla ben prima, verso le 2.30. Sull’asfalto, però, oltre al sangue, c’erano anche frammenti del fanale posteriore di un’auto, pazientemente raccolti dagli agenti della Scientifica. L’esame ha permesso di stabilire che appartenevano a un vecchio modello di Fiat Punto, quindi è bastato visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza poste lungo via San Leonardo per accertare, più o meno nell’orario in cui sarebbe avvenuto l’omicidio, il passaggio di una Fiat Punto di colore grigio che ha troppa fretta di andare via.

Attraverso il numero di targa dell’auto, gli agenti della Mobile sono arrivati a casa del proprietario, un trentenne parmigiano, che ha raccontato loro una storia molto interessante. Secondo la quale Luca Vescovi ed altri amici erano a casa sua quella sera per un festino condito anche dalla “maria”, ed è stato proprio il 36enne ad insistere per andare a comprarne un po’ portandosi dietro anche un altro partecipante e chiedendo in prestito l’auto al padrone di casa. Al rientro, Vescovi avrebbe detto di avere avuto un banale incidente ed ha distribuito a tutti un po’ di marijuana. Solo la mattina dopo, tranquillo come sempre, è tornato a casa a Poviglio.

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Il luogo in cui è stato ritrovato il cadavere in via Gobetti

Una storia poi confermata dall’amico che era in auto con Vescovi e che ha a lungo insistito perché si fermasse a prestare soccorso. L’uomo si è presentato spontaneamente negli uffici della Mobile per raccontare quei pochi istanti di follia che hanno cambiato per sempre il destino di Thankgod Omonkhegbele, morto a soli 22 anni, e dello stesso Luca Vescovi, che ora rischia oltre 20 anni di carcere se le accuse rimarranno quelle contestate finora.

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