“Destinare subito alle aziende agricole delle zone terremotate del Centro Italia i fondi dei Piani di Sviluppo Rurale non utilizzati”. Questa la proposta fatta dal vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, per aiutare l’agricoltura che è il principale settore economico delle zone del Centro Italia duramente colpite dalle scosse sismiche chi si susseguono dal 24 agosto.
“L’Italia ha dovuto restituire all’Unione Europea 115, 7 milioni di euro di finanziamenti per lo sviluppo agricolo che diverse regioni italiane, soprattutto del Sud, non hanno saputo spendere nei propri territori – ha quindi spiegato il consigliere regionale del Carroccio – Proprio in questi giorni come Gruppo Lega Nord in Regione Emilia-Romagna stavamo studiando una proposta per impedire di perdere definitivamente quei finanziamenti e poterli investire in quelle Regioni dove invece l’ammontare dei finanziamenti dei Piani di Sviluppo Rurale non è stato sufficiente a coprire le domande, come appunto è accaduto in Emilia-Romagna. Ora però la vera emergenza è diventata quella di aiutare le zone terremotate, dove l’agricoltura è il principale settore economico e si valuta che, tra edifici crollati e lesionati e viabilità dissestata, siano in pericolo più di tremila aziende agricole quasi tutte a conduzione familiare. Chiaro che quella somma non può essere sufficiente a risolvere il problema ma potrebbe sicuramente essere utile ad affrontare l’emergenza e a dare una iniezione di fiducia a chi deve riiniziare praticamente tutto da capo. Nei prossimi giorni formuleremo ufficialmente questa proposta con una risoluzione in Assemblea legislativa regionale – promette Rainieri -. Se metterà in pratica questa proposta la Commissione Europea, che dopo la potentissima scossa del 30 ottobre ha dichiarato attraverso suoi autorevoli esponenti di essere assolutamente disponibile ad aiutare la popolazione colpita dal terremoto, potrà finalmente dimostrare che l’Europa può essere solidale e concreta e non solamente rigida e alienante burocrazia, e questo vale anche e soprattutto per il Governo italiano e per la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna”.