Pedane mobili nei negozi, foglia di fico per coprire il nulla sul...

Pedane mobili nei negozi, foglia di fico per coprire il nulla sul tema dell’accessibilità

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Il fatto che il sindaco Pizzarotti ritenga di poter recuperare oltre quattro anni di assoluto disinteresse verso il tema dell’accessibilità con qualche pedana mobile e una foto sorridente su Facebook racconta molto bene l’evanescenza di un’amministrazione interessata più all’apparenza che alla sostanza delle cose.

La soluzione delle pedane mobili, come ha giustamente fatto rilevare il questi giorni l’associazione Alba, presenta diversi problemi, primo fra tutti il fatto che il disabile deve attrarre l’attenzione del proprietario del negozio per farsi posizionare la pedana; un’operazione che in presenza di molti clienti può essere complessa da mettere in atto. Certo, si può guardare il bicchiere mezzo pieno e dire che è meglio una soluzione un po’ arrangiata piuttosto che il nulla, ma questo non può farci dimenticare che il Comune ha ben altri strumenti per intervenire. Può in alcuni casi richiedere la rimozione di una barriera ma soprattutto può vigilare attentamente sul rispetto delle normative quando si parla di nuove costruzioni o ristrutturazioni. È in questi contesti che un’amministrazione sensibile al tema dell’accessibilità può incidere davvero, dimostrando nei fatti di lavorare per migliorare le cose.

Ed è purtroppo proprio su questo fronte che mi pare che si sia fatto poco o nulla in questi anni: se agli inizi del 2011 una classifica compilata dall’istituto Isfol ci collocava ai primi posti in Europa  come città a misura di disabile, nel 2016 un’altra classifica, quella sulle città accessibili compilata da Anmil, ci colloca nominalmente al 4° posto ma considerati i pari merito Parma compare dietro a ben altre 22 città, tra le quali tutti gli altri capoluoghi della regione ad esclusione di Piacenza.

Sono dati ovviamente non comparabili tra loro ma ci mostrano una tendenza inequivocabile, rispetto alla quale non basta certo una foto in pubblico per invertirla.

Parma deve tornare a lavorare seriamente per essere sempre più una città accessibile e a misura di disabile; lo deve fare non solo per rispetto ad una tradizione di sensibilità e di inclusione che ci ha reso un punto di riferimento anche fuori dai confini dell’Italia, ma perché questa è la nuova sfida che ci si pone davanti: realizzare una comunità solidale che non lasci indietro nessuno, soprattutto i soggetti più deboli.

Roberto Ghiretti
Parma Unita

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