Investimenti per 2,2 miliardi di euro e una crescita esponenziale da qui al 2021. Questo quanto prevede il piano industriale al 2021 approvato dal consiglio d’amministrazione del gruppo Iren Spa. Alla fine il piano industriale punta a raggiungere un Ebitda di circa 900 milioni di euro, 220 milioni in più rispetto al 2015, con un tasso di crescita annua del 4,8%. E il 75% di tale risultato verrà raggiunto già nel 2019. Mentre l’utile netto dovrebbe risultare già raddoppiato proprio nel 2019. E il debito al 2021 sarà in calo di circa 180 milioni di euro a circa 2 miliardi. Infine la Dividend policy che punta a una crescita annuale del dividendo per azione pari a circa l’8%, passando così dai 5,5 euro pagati nel 2016 a circa 8 euro nel 2021.
Obiettivo primario per raggiungere questi risultati rimane la massima efficienza da perseguire attraverso una serie di iniziative indicate dal progetto “Performance improvement” che permetterà di sbloccare quella parte di potenziale non ancora espressa dal Gruppo. I cantieri di lavoro aperti grazie al “Perfomance improvement” sono una quarantina e alcuni hanno già dato importanti risultati. A ciò si aggiunge la centralizzazione degli acquisti in capo ad un’unica funzione e la standardizzazione dei processi e dei sistemi dell’area Reti. I residui cantieri saranno chiusi nei prossimi anni, ma se ne aggiungeranno di nuovi: saranno attivati oltre 100 progetti.
Sul tavolo anche il piano di razionalizzazione societaria, focalizzato sullo snellimento del numero delle partecipate, che ha già condotto alla creazione di IRETI, la società che dal primo gennaio del 2016 gestisce in maniera integrata tutti i business a rete del Gruppo garantendo importanti savings. Previsto anche un piano di turnover generazionale mirato a portare in Azienda nuove visioni, professionalità e abilità. Negli ultimi 18 mesi sono entrati a far parte del Gruppo più di 100 giovani sotto i 31 anni.
Tutto ciò permetterà di ottenere circa 100 milioni di sinergie in arco piano di cui 30 attese per la fine del 2016 e che arriveranno ad 80 già al 2019. A ciò si aggiungono i savings ottenuti nel 2015, pari a circa 22 milioni di euro.
Sul fronte energetico, particolare importanza rivestono sia l’espansione delle reti di teleriscaldamento che permetteranno una migliore saturazione degli impianti di generazione e ambientali (termovalorizzatori) già esistenti, sia lo sviluppo del business della distribuzione del gas naturale, prioritariamente attraverso il completamento degli ATEM nei quali IREN possiede già una quota rilevante. A ciò si aggiunge la crescita del settore Ambiente derivante sia da operazioni di consolidamento, alcune delle quali già chiuse (TRM Torino, Atena Vercelli e Recam La Spezia), sia attraverso un rafforzamento nel settore del “waste-to-material” legato principalmente allo sviluppo di impianti dedicati al trattamento di carta, plastica e rifiuto organico. Previsto, tra l’altro, un nuovo impianto di selezione materiali da raccolta differenziata proprio a Parma, dove il gruppo Iren conta già ben 723 dipendenti.
Proprio per il teleriscaldamento si prevede l’espansione di circa 15 milioni di metri cubi di volumetrie teleriscaldate (97 milioni di metri cubi di volumetrie teleriscaldate al 2021). A tale progetto saranno destinati circa 300 milioni di euro di investimenti di sviluppo che consentiranno una maggiore saturazione degli impianti di cogenerazione esistenti e permetteranno lo sfruttamento del calore prodotto dalla termovalorizzazione dei rifiuti per teleriscaldare molte delle abitazioni di Torino, Parma e Piacenza. Questo vorrà dire anche maggiori quantità di rifiuti bruciati nel termovalorizzatore di Ugozzolo? Gli accordi attuali prevedono al massimo l’incenerimento di 130 mila tonnellate annue di rifiuti, dei quali solo un terzo prodotto a Parma, ma la capacità (“saturazione”) dell’impianto è di circa 200 mila tonnellate annue.
Ma Iren dice anche di impegnarsi verso forme di raccolta differenziata particolarmente efficaci. “Emblematico – si legge nella nota del Gruppo – è il caso di Parma, dove è entrata pienamente a regime la raccolta differenziata con tariffazione puntuale in tutto il Comune e che, coinvolgendo oltre 190.000 abitanti, rappresenta una best-practice a livello nazionale”.
“Il piano industriale presentato oggi offre molti spunti di riflessione, sintetizzabili in due concetti: “Continuità” e “Futuro” – ha dichiarato il presidente Paolo Peveraro a nome del consiglio di amministrazione -. Continuità di azione, nel solco strategico già tracciato che ha già portato significativi risultati: la nascita di IRETI, il presidio dell’intero ciclo integrato dei rifiuti nell’area metropolitana torinese, circa 40 milioni di sinergie raggiunte e 100.000 clienti energetici in più. Questi risultati sono ancora più soddisfacenti se letti con lo sguardo rivolto al futuro. E’ infatti tale secondo elemento, il proiettarsi verso le sfide che ci attendono nei prossimi cinque anni che ha caratterizzato le scelte strategiche poste alla base del piano e le sue previsioni finali: un continuo miglioramento in termini di crescita, efficienza, sostenibilità, attenzione verso tutti gli stakeholder e consolidamento territoriale. Quest’ultimo, grazie al forte radicamento del Gruppo nelle proprie aree di riferimento e al dinamismo già dimostrato, potrebbe portare un margine addizionale pari circa 100 milioni di euro, non incluso nei numeri del piano. Tutto ciò con l’obiettivo di fare di IREN un esempio di eccellenza e innovazione nel settore delle multiutility”.
“Il percorso verso l’eccellenza poggia su solide basi – ha poi dichiarato Massimiliano Bianco, amministratore delegato del Gruppo – costituite non solo dagli ottimi risultati che la strategia delineata ha già portato nel corso degli ultimi dodici mesi, ma anche dalla credibilità delle assunzioni del business plan: uno scenario energetico che prevede una moderata crescita dei margini nei prossimi anni e l’esclusione della contribuzione di eventuali operazioni di M&A dai target di piano. Sono questi due elementi che rendono credibili gli sfidanti obiettivi che il Gruppo si è dato: un processo di continuo efficientamento con un target di 100 milioni di sinergie, una crescita organica che sfrutterà a pieno 2,2 miliardi di investimenti (di cui un terzo dedicati allo sviluppo), il processo di consolidamento territoriale e infine una rinnovata attenzione verso gli azionisti mediante una dividend policy chiara”.
Intanto anche il secondo trimestre dell’anno si chiude positivamente per il Gruppo Iren. Tra le principali voci: Ricavi a 1.555,2 milioni di euro (-1,5% rispetto a 1.579,4 milioni di euro al 30 giugno 2015), Margine Operativo Lordo (Ebitda) a 417,1 milioni di euro (+10,3% rispetto a un anno fa), Risultato Operativo (Ebit) pari a 242 milioni di euro (+11,7%), Utile netto di Gruppo pari a 119,1 milioni di euro (+16,1%). E ancora Indebitamento Finanziario Netto pari a 2.544 milioni di euro.