Sarà il presidente dell’Anas in persona, Gianni Vittorio Armani, mercoledì 19, a presentare a Berceto gli interventi che interesseranno la statale della Cisa e le case cantoniere. In particolare 2,9 milioni saranno investiti per il ripristino e la messa in sicurezza del tratto compreso tra Fornovo e il Passo della Cisa. E nell’ambito del recupero di 30 case cantoniere in tutta Italia, ben tre sono quelle che ritorneranno all’antico splendore lungo questo tratto di statale della Cisa: Fornovo centro, Montemarino e Ripasanta Berceto. Saranno destinate a uso recettivo, promozione del territorio e dei prodotti tipici.
Per le Terre Alte la possibilità di trasformare la strada della Cisa in una risorsa. Una strada voluta dall’imperatore Napoleone nel 1808 e realizzata in gran parte dalla Duchessa di Parma Maria Luigia, risultata dopo un’infrastruttura determinante per lo sviluppo di cinque regioni (Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) che trovavano uno sbocco nei porti del Mar Tirreno. E fino all’avvento dell’Autostrada A15, la Cisa ha rappresentato per milioni d’italiani, nel momento del boom economico, la strada per le vacanze verso la Versilia e le Cinque Terre. C’erano dunque distributori, officine, trattorie, alberghi, negozi, interi paesi che vivevano con questa economia del passaggio.
Lungo questa strada si muovevano i bolidi della Parma – Poggio di Berceto, sulla quale ha esordito come pilota anche un certo Enzo Ferrari, ma anche dei grandi cantanti dell’epoca che a volte passavano pure il Cantagiro o il Festival Bar. Si ricordano Mina e Celentano oltre che i complessi Bit, Bruno Martino, Fred Buscaglione ed altri.
Il progressivo declino è arrivato con l’avvento dell’Autostrada A15, verso la fine degli anni settanta. Adesso in tanti si battono per un’inversione di tendenza attraverso il turismo verde che si avvale di diverse modalità tutte fruibili come il treno della tratta Pontremolese, il percorso a piedi della Via Francigena che a Berceto s’interseca, sul Valoria, nel nodo con il Sentiero Italia, il cicloturismo e la guida dolce con la capacità e la possibilità d’avere le rievocazioni delle mitiche corse con auto d’epoca.
Predisporre al meglio la tratta della Statale 62 della Cisa da Fornovo a Pontremoli – è l’auspicio del sindaco di Berceto Luigi Lucchi – può candidare il territorio alla promozione eccezionale del Giro d’Italia.
Lucchi lei da anni, prima con l’associazione Strada della Cisa poi da sindaco, cerca di far recuperare la Statale 62. Che risultati si sono ottenuti?
“Ottenere risultati concreti è sempre molto difficile, soprattutto in montagna, nelle nostre Terre Alte, visto che ora veniamo definiti, addirittura, zone a fallimento di mercato. Nonostante questo, con l’aiuto di tante persone, posso ritenere che siamo arrivati a una svolta positiva e infatti il presidente dell’Anas ingegner Gianni Vittorio Armani mercoledì a Berceto, in una conferenza stampa, richiesta come sindaco, illustrerà i primi importanti lavori che sono stati appaltati: 2,9 milioni di euro per recuperare il tratto tra Fornovo e Berceto. Illustrerà anche il bando, molto innovativo, per il recupero delle case cantoniere: 30 in tutta Italia di cui tre nella nostra Provincia e precisamente Fornovo Centro, Montemarino e Ripasanta a Berceto. Tre case cantoniere recuperate che si aggiungeranno a quelle recuperate, grazie all’amministrazione provinciale nel 2000, come quella di Cassio e della Cisa utilizzate come ostelli per i pellegrini della Via Francigena”.
Che cosa si proponeva l’Associazione Strada della Cisa?
“Con grande impegno, anche insieme al segretario dell’associazione, Emilio Conconcelli, per alcuni anni abbiamo cercato di coinvolgere tutti coloro che amano questa Strada e sono legati al suo percorso da ricordi che ritengono bellissimi e indelebili. Si voleva poi far comprendere la sua importante attualità anche se è stata progettata dai tecnici di Napoleone nel 1808 come strada di collegamento tra il Mar Tirreno e il cuore dell’Europa. Una strada che da Sarzana a Verona, per volere dell’Imperatore, anticipava il Tibre (la Tirreno/Brennero). Eravamo poi sgomenti nel vedere crollare le case cantoniere definite dalla Sovraintendenza, che abbiamo coinvolto, l’unico nucleo italiano dell’ottocento. Case cantoniere fatte costruire da Maria Luigia con concezioni di una modernità disarmante. Discutendone con tante persone, inoltre, si comprendeva che le pessime condizioni della strada facevano morire le attività economiche. L’abbandono della strada, come manutenzione, dava il colpo mortale alle poche attività sopravissute all’apertura dell’Autostrada e alla cessazione dei consistenti flussi d’auto e di autocarri che la percorrevano in qualsiasi periodo dell’anno per raggiungere il mare e i porti del Tirreno”.
Oggi è quindi più ottimista?
“L’impegno dell’ingegnere Armani mi ha rincuarato molto e mi fa ben sperare non solo per la Strada della Cisa ma per tutte le Terre Alte. Riuscire a coinvolgere lo Stato su progetti moderni di sviluppo delle Terre Alte lo ritengo un grande successo. Trasmette serietà ai cittadini e quindi ottimismo. Che credibilità può avere, infatti, uno Stato che non riesce a mantenere dignitosa una strada in cui riusciva, con mezzi economici e tecnici infinitamente inferiori, Maria Luigia 200 anni addietro? Che credibilità può avere uno Stato che lascia crollare il patrimonio di tutti rappresentato dalle meravigliose case cantoniere? Con questi primi interventi è sanata una ferita. Non sono sufficienti e non possono essere gli ultimi. Rappresentano in tutti i modi una discontinuità con un lungo passato di disinteresse delittuoso”.
I suoi desideri per la Strada della Cisa?
“Il recupero di tutte le case cantoniere ad iniziare da quelle di Casola e Castellonchio che stanno crollando. Il restauro del tratto di strada ripristinando tutti quei manufatti che la rendevano, un tempo, una delle strade più belle del mondo: porfido nelle cunette dei tornanti di Piantonia, siepi e fiori, fontane, muretti in sasso, piazzuole panoramiche con torrette per caricare elettricamente le auto. Questa Strada attraversa l’Appennino e invoglia anche tanti stranieri a percorrerla per conoscere i nostri paesi, le nostre tradizioni. Ho avuto modo, ad esempio, incontrando imprenditori russi di scoprire che sanno che Enzo Ferrari, come corridore, ha debuttato su questa strada nella famosa corsa Parma/Poggio di Berceto. E’ una delle strade più conosciute in Europa. Il nostro territorio acquisisce importanza grazie alla possibilità di attraversarlo a piedi sulla Via Francigena, con una guida dolce e in bicicletta con la Strada della Cisa, velocemente con l’Autostrada e anche nelle diverse modalità più l’uso del treno visto la Pontremolese. Non sono un economista e non saprei spiegarne il motivo ma in questi anni ho notato che se una di queste infrastrutture viene dimenticata cadono quasi in disuso anche le altre. Mi sono convinto, insomma, che meglio funziona il treno e più persone percorrono a piedi la Via Francigena, in bicicletta o in moto la Strada della Cisa e con gli automezzi pesanti l’Autostrada A15. Abbiamo queste infrastrutture invidiate da tutta la montagna italiana. Il nostro compito di politici e amministratori è non perderle e non averle in condizioni pietose”.