Prostitute devono pagare il “pizzo” in via Emilia, condannate quattro rumene

Prostitute devono pagare il “pizzo” in via Emilia, condannate quattro rumene

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Dovevano pagare 500 euro ogni due settimane per potersi prostituire, ma solo in certe piazzole e non in altre. Due ragazze di 19 e 20 anni – costrette loro malgrado al marciapiede – stanche di sottostare a quel racket che portava i soldi ai fidanzati di quattro “colleghe” rumene, hanno presentato una denuncia per estorsione che nel marzo scorso ha fatto scattare le manette.

Adesso è arrivata la condanna per tutte e quattro le lucciole a un anno e 9 mesi di reclusione per estorsione e lesioni, con il beneficio della sospensione condizionale e della non menzione concessa solitamente agli incensurati. Una brutta storia fatta di degrado e violenze che si è consumata a marzo in via Emilio Lepido.

Nonostante le minacce, le due giovanissime prostitute si erano presentate lo stesso al lavoro in quella piazzola che era stata loro negata. Arriva un’auto con a bordo tre delle quattro “colleghe” rumene e due uomini. Che cominciano a gridare e a minacciare le due ragazze, passando ben presto alle vie di fatto. La 19enne è stata aggredita a calci e presa per la gola, fin quando è riuscita a scappare e a chiedere aiuto a una vicina sala slot. La 20enne è rimasta in balia degli aguzzini fino all’arrivo dei carabinieri. Che hanno raccolto la denuncia e fatto scattare le manette.

Un caso di racket delle prostitute venuto alla luce e giudicato in tribunale. Ma il sospetto è che non sia l’unico. Il numero di lucciole è infatti piuttosto elevato, alcune sono più visibili altre meno. Alcune si trovano lungo strade più trafficate, altre in zone meno battute. Ma chi decide chi può prostituirsi in un posto e chi un altro? Perché le donne costrette a “lavorare” in zone meno redditizie non si spostano verso marciapiedi in cui potrebbero guadagnare di più?

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