Pensatela pure come vi pare, ma Luigi Apolloni è e rimane il tecnico del Parma. A quanti lamentano mancanza di gioco, soluzioni offensive efficaci, difesa spesso distratta, pensando di risolvere tutto con la crocifissione del mister, oggi hanno risposto in coro i vertici della società con in testa il presidente Nevio Scala. Accanto a lui, nella sala stampa del Centro sportivo di Collecchio, il responsabile dell’area tecnica Lorenzo Minotti e il direttore sportivo Andrea Galassi. Ovvero gli autori della campagna acquisti della scorsa estate. E tutti fanno quadrato attorno all’allenatore. Una presa di posizione così perentoria che lascia presupporre che il tecnico non si tocca anche se altre partite dovessero non andare nel verso giusto, a cominciare da quella di sabato sera a Forlì. Non ci sono, insomma, ultime spiagge per Apolloni. Che anche oggi ha svolto in tutta serenità la preparazione della trasferta di Forlì, dove il Parma sarà chiamato quantomeno a una prova di carattere dopo la figuraccia collettiva di lunedì al Tardini con la FeralpiSalò.
“Abbiamo voluto questo incontro, perché mi arrivano messaggi abbastanza antipatici riguardanti il nostro lavoro, la nostra società e la nostra squadra. Questo non mi va bene. Io accetto le critiche, voi avete diritto di scrivere quello che volete, però quando questo oltrepassa la verità, allora devo intervenire. I magnifici sette mi hanno dato questa responsabilità. Io ho scelto la mia squadra. Io sono responsabile di questa scelta. Nessuno di noi ha mai pensato di mettere in discussione qualcuno. Siamo un gruppo, una squadra: nel momento in cui le cose non vanno bene, siamo tutti responsabili. A cominciare dal sottoscritto. Noi siamo una squadra. Stiamo lavorando e valutando le cose giorno per giorno. Siamo presenti costantemente, in campo e fuori. Non c’è nessun caso”, ha subito sgombrato il terreno da ogni dubbio il presidente Nevio Scala.
“Siamo dispiaciuti per la sconfitta di lunedì – ha aggiunto il numero uno crociato -. La nostra voglia, però, non cambia. Tutti i giorni, prima e dopo l’allenamento, valutiamo quanto stiamo facendo. E’ ovvio che c’è qualcosa che va migliorato. Stiamo lavorando e ci stiamo confrontando. Stiamo facendo valutazioni che, comunque, abbiamo sempre fatto, anche l’anno scorso, quando le cose andavano bene. Lavoriamo con la stessa intensità della scorsa stagione. Vogliamo portare questa squadra ai livelli che la città desidera avere. Non capisco perché si deve mettere in discussione un tecnico che ha ottenuto questi risultati. Gigi non ha bisogno di essere difeso. Apolloni è il nostro allenatore – ha sottolineato Scala -. Gigi sta lavorando con una capacità invidiabile. Ha fatto qualcosa che resterà scritta negli annali di tutto il mondo: un mister che non perde neanche una partita, credo vada davvero apprezzato”.
“Come vi ho detto prima – ha aggiunto il presidente – i nostri sette soci di riferimento sono persone straordinarie. Se mi hanno dato la delega riguardo la parte sportiva, significa che hanno una stima incalcolabile. Stasera siamo stati invitati a cena da Paolo Pizzarotti, uno di loro, perché abbiamo il dovere di incontrarci mensilmente e di informarli delle cose che stiamo facendo. Questo credo sia un privilegio di pochi. Alla squadra abbiamo detto che abbiamo il dovere di credere di più in noi stessi, di migliorare di più in alcune cose. Ho fatto un discorso più psicologico che tecnico. Alcuni giocatori mi hanno anche ringraziato per il discorso. A volte si ha bisogno di sentire, non solo le critiche, ma anche un apporto morale positivo. Qualcosa di positivo il mio intervento ha portato. Vedo nei ragazzi grande attenzione. Avverto che hanno grande stima nei miei confronti. Questo mi inorgoglisce molto. Abbiamo scelto uomini straordinari. Se voi entrate nello spogliatoio, respirate un’aria di serenità. Ci manca ancora qualcosa, ma il campionato è iniziato da poco. Dobbiamo continuare a lavorare, i risultati arriveranno”.
Tornando sul tecnico, poi, Scala ha ribadito che “non ci è mai passato per l’anticamera del cervello di metterlo in discussione. Nessuno individualmente verrà messo in discussione. All’inizio dell’anno scorso abbiamo detto che vogliamo fare un calcio diverso dagli altri. Se mettessimo in discussione l’allenatore o il responsabile dell’area tecnica alla prima difficoltà, cadremmo nel banale comportamento del mondo del calcio. Noi siamo diversi per questo motivo. Sono io il primo a mettermi in discussione. Non c’era motivo e non c’è motivo di difendere Apolloni, perché non è in discussione”.
Discorso chiuso quindi. Vada come vada. Il gruppo è questo e con quel che c’è si va avanti fino in fondo.
“Questa è una squadra nuova e abbiamo pressioni importanti. Ci è stato dato un mandato, vincere il campionato. Per questo obiettivo dobbiamo lavorare, crescere e costruire un gruppo”, ha poi spiegato Lorenzo Minotti.
“Le prestazioni sono state alterne – ha detto poi il direttore tecnico del Parma Calcio 1913 -. All’inizio abbiamo avuto problemi di condizione atletica e abbiamo sofferto dal punto di vista tecnico. Successivamente abbiamo cercato gli equilibri sotto il profilo tattico. Poi, c’è stata l’ultima sconfitta, in cui, secondo me, la squadra è mancata come approccio. Una situazione che non era mai successa. Con il Venezia abbiamo perso per ingenuità. L’altra sera è stato un passaggio a vuoto. Ci abbiamo messo del nostro. Non dobbiamo vergognarci di dire che a volte si incontrano squadre che sono nella serata giusta. La squadra non è presuntuosa, ma l’altra sera è mancata sotto il profilo dell’atteggiamento. Nelle difficoltà non ha avuto quella reazione che in altre circostanze aveva dimostrato di avere. E’ stato il primo vero passaggio a vuoto. I ragazzi se ne sono resi conto. Dobbiamo calarci nella mentalità di un campionato complicato. Troviamo squadre come Bassano, Pordenone e Feralpi – ha sottolineato Minotti – che non hanno valori eccelsi, ma hanno un’organizzazione che deriva da un lavoro pluriennale. La Samb e il Gubbio stanno volando sulle ali dell’entusiasmo, un po’ come stanno facendo in B Benevento e Cittadella. I cavalli vincenti, però, si vedono alla fine. Sono convinto delle scelte che abbiamo fatto. Anch’io speravo di iniziare in maniera migliore, ma quando vengo qui, quotidianamente, e vedo questa squadra lavorare, sono fiducioso. Non sarà facile arrivare primi in carrozza, ma ce la giocheremo”.
Per quanto riguarda l’ex Barcelona Agostinho Cà, Lorenzo Minotti è stato chiaro: “La nostra intenzione è di tesserare Agostinho Cà. Dobbiamo fare solo alcune verifiche, perché è insorta una nuova situazione. Il Barcellona potrebbe vantare dei diritti di formazione. Se ci sono dei parametri economici adeguati, il ragazzo lo prendiamo. Non possiamo assolutamente pagare i cartellini. Se il giocatore sarà completamente libero, allora lo prenderemo. Ci ha dato delle buone sensazioni, potrà tornarci utile”.
Fiducioso anche il direttore sportivo Andrea Galassi: “Ritengo che questa squadra non abbia ancora espresso appieno il proprio potenziale. Molti giocatori hanno margini importanti. Abbiamo scelto di costruire una squadra compatta. La piazza richiedeva giocatori esperti e di personalità. L’inserimento di tanti giocatori nuovi comporta di dare il tempo alla squadra di avere una propria fisionomia. Bisogna avere pazienza e fiducia. Credo che questa squadra farà quello che deve fare. Per ciò che concerne il mercato, noi riteniamo che l’organico sia già sufficiente. Non sarà un giocatore a stravolgere questa squadra, che è già competitiva così com’è. Si potranno aggiungere uno o due giocatori. Vedremo. Se a gennaio riterremo che saranno necessari rinforzi, allora interverremo. Non creiamo, ora, alibi dicendo che ci mancano delle pedine, perché non è così. Qui ci sono giocatori che l’anno scorso hanno fatto la B. La personalità di questi ragazzi ci porterà dove vogliamo andare – ha rassicurato Galassi -. Siamo partiti dalle conferme e in base a queste abbiamo costruito il resto della squadra. Puntando su giocatori di personalità. Tutti speravamo di avere più punti, però non si può dire che è tutto sbagliato. Mi sembra la si stia facendo più grossa di quello che è. Questo tipo di progetto ha bisogno di tempo. Ci sono segnali incoraggianti. Quello che mi dispiace è vedere questo isterismo collettivo. Non possiamo buttare tutto quanto di buono abbiamo fatto in questo anno. Non esistono squadre perfette. Dateci tempo, ci vuole un pochino di più di pazienza e buonsenso nelle valutazioni”.