“Spero che la Giunta regionale voglia rapidamente e seriamente dissipare i diversi dubbi che stanno emergendo su come finora è stata affrontata l’epidemia di legionellosi non usando la stessa supponenza del Sindaco di Parma ed evitando di fare una pessima figura come quella che ha fatto il medesimo all’assemblea tenutasi alla scuola Don Milani”.
Con queste parole il vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ed esponente della Lega Nord, Fabio Rainieri, ha annunciato di avere predisposto una nuova interrogazione sul caso dell’infezione da legionella a Parma di cui non si conoscono ancora le cause. Il consigliere regionale leghista riferisce infatti di vari dubbi che emergono sulle azioni fino ad ora effettuate per risolvere questa grave problematica sanitaria: perché le ricerche si sarebbero concentrate per diversi giorni sull’acqua potabile mentre si sarebbe tralasciato di verificare la presenza del batterio negli impianti ad aerazione presenti nel quartiere quali quelli di condizionamento domestico e soprattutto le torri ad evaporazione della sede centrale delle Poste di Parma in via Pastrengo e quelle del centro contabile di Banca Intesa in via Po che solo ora sono diventate le principali sospettate di ospitare il focolaio di batteri causa dell’infezione; a Parma si effettua la disinfezione dell’acqua potabile con il cloro mentre il metodo più efficace che peraltro si usa anche a Torino e Bologna sembra essere quello del trattamento con ozono; ci si chiede se i principali impianti sospettati di essere la causa della diffusione dell’infezione siano stati sottoposti a ordinaria ancorché corretta manutenzione con relativa disinfezione per evitare il proliferare di organismi patogeni; non in tutti i numerosi servizi educativi e scolastici che si trovano nella zona di principale diffusione del contagio sembra sia stata adottata la precauzione di fornire ad insegnanti e scolari solo acqua in bottiglia; nelle istruzioni diffuse per la prevenzione sarebbe indicato di far scorrere l’acqua calda prima dell’utilizzo perché la legionella non resiste a temperature superiori ai 70° ma difficilmente gli impianti di acqua potabile ad uso domestico consentono all’acqua di raggiungere tale temperatura.
Rainieri chiede quindi alla Giunta regionale di sapere se conferma le ricostruzioni sopra riportate delle azioni fino ad ora attuate dalle autorità pubbliche competenti e quali sono le sue risposte per dissipare i dubbi sollevati riguardo l’efficacia di tali azioni.