Due morti e 31 persone infettate dal batterio della legionella sono numeri importanti per una tranquilla città come Parma. La Procura della Repubblica ha deciso quindi di aprire un fascicolo d’indagine affidato ai sostituti Giuseppe Amara e Andrea Bianchi. Un atto dovuto – al momento non ci sono indagati – partito dallo stesso ufficio e non dagli esposti partiti in questi giorni, tra cui quello del Movimento Nuovi Consumatori. Il reato ipotizzato è quello di epidemia colposa, omicidio colposo e lesioni colpose. Sono state proprio le vittime, la prima di 86 anni e la seconda di 77, a quanto pare, a far partire d’ufficio l’inchiesta della Procura.
La notizia arriva proprio nel giorno in cui si svolge il summit tra l’Unità di crisi della Regione e i vertici delle aziende sanitarie di Parma. Domani, giovedì, per le 16 è fissato il tavolo interistituzionale al quale prenderà parte anche il Comune di Parma, mentre alle 21 è previsto un incontro pubblico alla Don Milani per spiegare ai cittadini cosa è accaduto.
Il nodo cruciale non ancora sciolto riguarda l’origine dell’epidemia. Sotto la lente d’ingrandimento è l’acquedotto con i vari rubinetti delle case dei pazienti ricoverati in ospedale, ma non ci sono ancora riscontri precisi sul focolaio di legionella.
Non sono bastati 31 casi di infezione da legionella e 2 morti a convincere il Sindaco Pizzarotti del fatto che sia in atto un’emergenza sanitaria e che questa vada affrontata con la dovuta tempestività. Forse le indagini aperte dalla Procura per epidemia colposa avranno l’effetto sperato, fermo restando che con ogni probabilità si tratta di un atto dovuto e al momento non si segnalano persone iscritte nel registro degli indagati.
Quel che è certo è che la Procura con questa iniziativa ha dimostrato di prendere molto sul serio quanto sta accadendo, francamente altrettanto non si può dire del Sindaco. L’appuntamento con i cittadini – il primo a una settimana dall’evidenza del problema – è infatti fissato per giovedì sera, con tutta calma. Del resto ad oggi le uniche parole proferite dalla massima autorità sanitaria cittadina sono state un generico quanto inutile invito alla calma e a non “spargere allarmismo”.
È più che giusto non cedere al panico, ma affinché ciò non avvenga sarebbe stato opportuno che i parmigiani fossero tenuti costantemente informati su cosa si stia facendo, quali siano i rischi, quali le cose pericolose e quali non. Questo era il senso delle sei domande che ho posto tre giorni fa e alle quali ovviamente non è stata data alcuna risposta. Il risultato più che prevedibile è che giovedì sera assisteremo ad una assemblea più che infuocata nella quale alle giuste preoccupazioni dei cittadini si cercherà di rispondere con tardive rassicurazioni. Quelle stesse che se fossero state offerte a tempo debito forse avrebbero avuto l’effetto che domani probabilmente non avranno.
Non si tratta di un problema di comunicazione o di forma: il sindaco che abbia a cuore i problemi dei cittadini deve concretamente essere sempre in prima fila insieme a loro, dimostrando nei fatti di essere il primo ad occuparsi delle questioni. Un concetto facile da declamare in campagna elettorale ma, alla prova dei fatti, davvero difficile da mettere in atto da parte Pizzarotti.
Roberto Ghiretti
Parma Unita
Aumentano i casi di legionella a Parma e si può dire che il vero problema è Pizzarotti. Continua a non interessarsi del problema dopo non aver fatto nulla per lungo tempo, la notizia a Parma è infatti stata data dal Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma che dobbiamo ringraziare insieme con i tecnici comunali e Iren che in queste ore stanno lavorando per la nostra salute.
Noto che Pizzarotti parteciperà alla riunione pubblica a quanto pare organizzata da altri.
Pizzarotti è riuscito a dire: “va tenuto presente che ci sono una decina di giorni di incubazione, quindi probabilmente si tratta di persone che avevano contratto il virus prima che fosse nota la presenza dello stesso nel quartiere Montebello”. Non farà nulla quindi per cercare il paziente zero? Non si cerca il focolaio? Il punto in cui c’è quell’acqua malata che rischia di causare un’epidemia anche molto estesa?
Negli altri casi di città in cui è stata riscontrata la legionella le cose sono andate molto diversamente. A luglio di quest’anno, nella piscina San Marcellino di Firenze un’ordinanza comunale preventiva ha fatto chiudere l’impianto chiedendo la bonifica dopo i test positivi ai batteri.
Lo scorso aprile L’Azienda Sanitaria Locale di Savona ha riscontrato la legionella in un camping, sgomberato dopo poche ore dalla forza pubblica a cui sono stati staccati anche gli allacciamenti.
A marzo 2016, alla scuola media a Montignoso di Massa Carrara è stato riscontrato un solo caso di legionella. Il Sindaco è intervenuto a scopo cautelativo proibendo di toccare l’acqua: vietato bere, vietato farsi la doccia, vietato anche solo lavarsi la faccia. Sapete cosa ha detto il M5S da cui proveniva Pizzarotti? “Il Sindaco non ha intrapreso azioni forti a tutela dei fruitori per scongiurare rischi di contrarre malattie o peggio epidemie”, in sostanza doveva vietare l’uso e l’ingresso a tutte le strutture della scuola. A Parma, teoricamente a Governo 5 Stelle, si fa meno di niente.
A gennaio 2015 il Sindaco di Bresso (26mila abitanti) ha ordinato di fare la doccia a 65 gradi per annientare la legionella. Ha anche ordinato sanificazioni a condomini e strutture. Dopo un primo caso di ottobre erano stati avviati controlli ma l’ordinanza è rimasta attiva per oltre un mese dopo che non si sono registrati nuovi casi. Sono state inoltre chiuse le fontane pubbliche ed è stato diffuso il decalogo anti-legionella in tutti gli spazi pubblici, anche appesi alle fermate dei bus per farli vedere.
Se non si cerca il punto di contagio, come si può intervenire? Intanto Pizzarotti parla delle beghe del partito da cui è uscito giusto prima di essere espulso.
Si può capire quindi che il Sindaco ha ampio potere visto che per suo mandato è responsabile della salute pubblica.
Come sempre Pizzarotti è impegnato in altre cose, non si preoccupa certo di Parma, così non si è accorto che la notizia dell’aumento dei casi di legionella era già stata pubblicata: 13 casi fino a settembre, due al mese.
A un Sindaco non dovrebbe accendersi una lampadina in testa? Un allarme? Non dovrebbe informarsi subito dai dirigenti Asl e della Sanità Pubblica?
Le cose, forse, sono andate diversamente. I casi di legionella erano in aumento e iniziavano a farsi preoccupanti così che le autorità sanitarie competenti, non il Sindaco, hanno diramato la notizia. Poi sono arrivati altri casi, sono arrivate persone all’ospedale che lamentavano sintomi e problemi.
La riprova è nelle parole di Pizzarotti che ha chiamato in causa il tempo di incubazione di una decina di giorni. Si tratta di persone in stato avanzato della malattia così da pensare che il contagio possa essere stato nei primi giorni di settembre, forse prima.
Non sarà successo come per l’alluvione? E’ forse arrivato qualche fax che è stato messo a tacere nel cassetto? Per questo motivo ho già avviato le verifiche del caso di cui non mancherò di tenere aggiornata la cittadinanza.
Giuseppe Pellacini
Capogruppo Consiglio Comunale Unione di Centro