Nel secondo trimestre del 2016 i distretti tradizionali della regione continuano ad accelerare. Dopo la partenza poco decisa dei primi mesi: le esportazioni hanno, infatti, evidenziato una crescita tendenziale elevata (+6,6%), tale ritmo ha portato i livelli su valori superiori ai 3 miliardi di euro, nuovo massimo storico, rendendo l’Emilia Romagna la prima regione italiana per l’export in questo trimestre. Anche il dato del primo semestre è molto positivo, vede l’export dei distretti dell’Emilia Romagna in crescita del 3,5%.
Chiudono positivamente 15 distretti su 19. Nella meccanica, ottime performance dei distretti delle Macchine per l’imballaggio di Bologna (+12,8%) trainato dalle vendite in Russia e in Repubblica Ceca, delle Macchine utensili di Piacenza (+9,4%), delle Macchine per il legno di Rimini (+8,5%), della Food machinery di Parma (+6,7%) – grazie al balzo di vendite in Cina, Algeria e Russia, nonostante il rallentamento negli Stati Uniti, in Turchia e India – e dei Ciclomotori di Bologna (+2,9%). Segnali negativi vengono dal distretto delle Macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (-2,3%), che soffre in particolare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e per il distretto delle Macchine per l’industria ceramica di Modena e Reggio Emilia, che nel secondo trimestre registra una perdita delle esportazioni del -16,5% (fonte: Acimac).
Nel secondo trimestre 2016 migliora anche il quadro per il settore Alimentare. In forte crescita il Lattiero-caseario di Reggio Emilia (+14,1%), l’Ortofrutta romagnola (+13,8%) e il Lattierocaseario Parmense (+16%), grazie alle buone performance conseguite in gran parte di mercati di sbocco e, in particolare, negli Stati Uniti (+15,1%) e in Germania (+55,1%). Lievemente positivi l’Alimentare di Parma (+1,1%) – che ha mostrato una dinamica positiva in Francia (+3,9%) e Germania (+3,8%), primo e secondo mercato di sbocco, e un balzo dell’export verso Hong Kong – i Salumi di Modena (+1,1%) e i Salumi di Parma (+1,9%), questi ultimi grazie al buon andamento di vendite nei Paesi Bassi (+14,4%) e nel Regno Unito, che compensa il calo registrato in quasi tutti gli altri mercati.
Continua, invece, la dinamica negativa per i Salumi di Reggio Emilia. Tutti distretti del sistema Moda della Regione, mostrano segnali di ripresa nel secondo trimestre dell’anno: spicca, in particolare, l’Abbigliamento di Rimini (+17%) grazie alle vendite in Russia, Polonia e Stati Uniti. In lieve crescita la Maglieria e abbigliamento di Carpi (+1,7%) e le Calzature di San Mauro Pascoli (+5,2%).
Segnali contrastanti vengono dal sistema Casa: nel secondo trimestre 2016 in crescita il principale distretto della regione, quello delle Piastrelle di Sassuolo (+8%) grazie all’export in Giappone, Cina e Germania. Mentre è in calo, da tre trimestri consecutivi, il distretto dei Mobili imbottiti di Forlì (-6,1%) a causa della riduzione delle vendite in Francia e Cina. L’analisi per mercato di sbocco evidenzia che a trainare la performance regionale dopo cinque trimestri consecutivi negativi sono finalmente i mercati emergenti (+11,4%) e, in particolare, l’aumento dell’export in Russia, Repubblica Ceca e Romania.
Si conferma, anche nel secondo trimestre 2016, la dinamica positiva per le esportazioni verso i mercati maturi (+4,4%), trainata dalle buone performance in Germania, Francia e Stati Uniti. Performance molto positive hanno caratterizzato i poli tecnologici della regione che hanno chiuso il secondo trimestre con una crescita tendenziale delle esportazioni contrariamente alla dinamica nazionale (+4,1% versus -5,7%), trainati dal polo ICT di Bologna e Modena (+10,4%); bene anche il polo Biomedicale di Bologna (+7,1%), mentre ha mostrato segnali di rallentamento il polo Biomedicale di Mirandola (-3,3%).
Lo scenario sul mercato del lavoro, analizzato attraverso i dati di CIG, resta complesso. Nei primi 8 mesi del 2016 il ricorso alle ore di Cassa Integrazione Guadagni delle imprese dei distretti tradizionali regionali ha evidenziato un aumento del 29,1%, portando il monte ore a 9,6 milioni, su livelli che rimangono storicamente elevati. Tale trend è il risultato di un aumento generalizzato della richiesta di ore di Cassa Integrazione Guadagni e in particolare di quella straordinaria, che sottende fenomeni di crisi strutturali.