Undici dirigenti della Federazione Italiana Rugby nel mirino della Procura generale dello Sport del Coni, accusati di aver falsato i bilanci della Fir dal 2007 al 2014. Avviso di fine indagini consegnato nelle mani del neo rieletto presidente Alfredo Gavazzi e di altri dieci dirigenti federali, quattro dei quali confermati alle elezioni del 17 settembre scorso. Tra questi ultimi anche il parmigiano Stefano Cantoni. Gli altri indagati sono Antonio Saccà, che ha ricoperto il ruolo di vicepresidente, Paolo Vaccari, Fabrizio Gaetaniello, Antonio Luisi, Michele Manzo, Franz Von Degerfeld Mauthe, Andrea Nicotra, Susanna Vecchi e Maurizio Zaffiri.
L’accusa – violazione degli articoli 20 (lealtà correttezza e probità) e 24 (alterazione e falsificazione di documenti) del Codice di Giustizia Sportiva – si riferisce al fatto di “aver gestito alla stregua di ricavi e costi tipici della gestione federale le risorse finanziarie versate dalle società affiliate e destinate ad alimentare il Fondo di Solidarietà istituito nell’agosto Duemila per il sostegno economico a favore degli atleti tesserati vittime di gravi infortuni di gioco”. Denaro che in sostanza sarebbe dovuto passare attraverso una contabilità separata, ma secondo l’accusa infilato nei meandri di un bilancio federale in rosso, che avrebbe inghiottito uno dei due milioni di euro versati per aiutare gli atleti vittime di infortuni. Il fondo viene alimentato con 6 euro l’anno pagati da ogni tesserato.
Gli indagati adesso hanno tempo fino al 20 ottobre per presentare le loro memorie difensive, subito dopo potrebbe scattare il rinvio a giudizio davanti al tribunale federale del rugby e il conseguente commissariamento della Federazione. Un vero e proprio macigno per il movimento della palla ovale. L’inchiesta iniziata nel febbraio scorso sarebbe scaturita dall’esposto del presidente del comitato regionale Fir della Sicilia, Gianni Amore, candidato alla presidenza di Federugby nel 2012 e nell’ultima tornata sostenitore di un candidato che si è ritirato prima del voto.