Antenna di via Montebello, interessata anche l’Anac di Cantone

Antenna di via Montebello, interessata anche l’Anac di Cantone

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Sull’antenna per la telefonia mobile installata nella rotonda di via Montebello indagherà anche l’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone. Tutto nasce dalla petizione con la quale 545 cittadini residenti nella zona chiedono la rimozione dell’impianto per la telefonia mobile che, secondo alcuni, rappresenterebbe un rischio per la salute. Non solo, verrebbe così violata, secondo i promotori della raccolta firme, la condizione posta da Antonio Bizzozero quando donò il terreno alla città, sul quale oggi sorgono il parco a lui dedicato e la rotonda in questione. Bizzozero aveva infatti condizionato la donazione al fatto che sul terreno sorgessero soltanto opere di pubblica utilità e non di interesse privato. L’antenna, quindi, sarebbe un’opera di interesse privato.

A promuovere la petizione con richiesta di rimozione dell’antenna di via Montebello e ad inviarla sia al sindaco Federico Pizzarotti, sia al presidente Anac Raffaele Cantone, è stato l’ex consigliere del Cittadella, Lucio D’Alessandro. Adesso saranno altri a dover decidere sulle richieste dei cittadini, ma intanto al Comune arrivano 13mila euro l’anno dalla Vodafone che in quella rotonda ha occupato un’area di 25 metri quadrati e il contratto ha la durata di 9 anni.

1 COMMENTO

  1. La questione relativa all’antenna di telefonia mobile posizionata dal Comune di Parma sulla rotonda del Bizzozero è di quelle che non consentono posizioni a prescindere “tutto bianco” o “tutto nero”.
    È indubbio che oggi i ripetitori telefonici sono un male necessario, così come è altrettanto fuori questione che il Comune di Parma abbia fatto bene a cercare di individuare un’area per il posizionamento dell’antenna, in considerazione del fatto che l’attuale legislazione nazionale consentirebbe al gestore di individuare autonomamente un’area in cui collocarla attraverso una trattativa diretta con un privato. Fatto salvo il fatto che Arpa ha certificato l’assoluta non pericolosità dei livelli di emissioni elettromagnetiche ciò che il Comune ha sbagliato è stato dunque il metodo con cui ha individuato la posizione e la posizione stessa.

    Sul metodo c’è poco da dire; nonostante le continue vuote dichiarazioni sulla volontà di condivisione e trasparenza, dopo una prima fase sicuramente partecipata la decisione è arrivata dall’alto senza che i residenti nel quartiere fossero realmente coinvolti nel percorso di individuazione della soluzione.

    Sulla posizione scelta esiste invece sicuramente un tema di rispetto dei vincoli posti a suo tempo da Antonio Bizzozero quando donò l’area, ma ancor di più mi pare esistano vincoli di ordine ambientale e paesaggistico, visto che il regolamento comunale prevede che le installazioni vengano effettuate “secondo una progettazione integrata col contesto urbanistico di riferimento”. In questo senso mi chiedo per quale motivo la commissione preposta pare non essersi espressa, almeno se stiamo all’elenco delle valutazioni presente sul sito del Comune di Parma, e se invece lo ha fatto come è possibile che abbia dato parere positivo? Di fatto la soluzione individuata in splendida solitudine dall’assessore se da un lato ha il pregio di governare il problema, dall’altro mi pare abbia un impatto sull’area ben maggiore di quello che potrebbe avere la stessa antenna posizionata su un condominio privato, posto che l’enorme pilone utilizzato per portarla in quota diverrebbe interamente o parzialmente inutile.

    L’assessore Folli ha già spiegato pubblicamente che alternative non ve ne sono. Se ciò fosse vero a me pare che neanche la rotonda individuata sia una alternativa. Forse andava comunicato questo al gestore, invece di sottoscrivere un accordo per mille euro al mese che non serve a nessuno e, oggettivamente, ferisce la città in modo più che evidente.

    Roberto Ghiretti
    Parma Unita

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