Il finto maresciallo che si accompagna al falso avvocato, improbabili operai del gas che aprono delle fialette puzzolenti per convincere i padroni di casa che c’è una perdita di gas da controllare, i sedicenti tecnici dell’acquedotto che cercano inquinanti come il mercurio nell’acqua invitando i malcapitati a mettere soldi e gioielli nel frigorifero, gli strani impiegati dell’Inps che debbono verificare il pagamento della pensione. E ancora i tecnici del Comune che debbono verificare la presenza di crepe in casa e la stabilità della struttura, per non parlare del vecchio trucco dello specchietto rotto oppure dei distinti personaggi dalla favella e dalla mano lesta che per strada rubano di tutto con la scusa di una informazione o di una mai esistita conoscenza di vecchia data.
Troppe le truffe ai danni di anziani spesso soli e indifesi. Delinquenti senza scrupoli, scaltri come volpi, ne approfittano e la repressione non basta più. Servono prevenzione e informazione. Ne è convinto il generale di corpo d’armata Carmine Adinolfi, a capo del Comando interregionale “Vittorio Veneto”, che opera su uno dei territori più colpiti dai truffatori: l’Emilia Romagna e Parma in particolare.
Il generale Adinolfi ricorda che i truffatori sono “in prevalenza provenienti dall’area napoletana” e spiega la strategia che utilizzano per mettere a segno il colpo: individuano “le potenziali vittime, generalmente persone anziane sole, deboli dal punto di vista psicologico e, pertanto, non in condizioni di difendersi”; raccolgono “notizie sul loro conto nei luoghi di interesse, per poi utilizzarle nel condurre l’approccio truffaldino”; si presentano quindi “come ‘appartenenti’ alle forze di polizia o anche ad altri enti (tecnici del gas, dell’Enel, delle Poste, delle Agenzie delle entrate, eccetera) e, in alcuni casi, come avvocati e funzionari di enti pubblici”; spesso, infine, simulano “emergenze con coinvolgimento di congiunti degli anziani (esempio incidenti stradali), per le quali assicurano interventi risolutivi previa consegna di adeguate somme di denaro, asseritamente necessario per le relative spese”.
Un copione, purtroppo, già visto e soprattutto subito da tanti anziani anche a Parma e in provincia.
“I soggetti in questione, abilissimi nel proporsi e bene organizzati dal punto di vista operativo – continua il generale Adinolfi – spesso riescono con tali ignobili comportamenti a sottrarre, alle povere vittime, non in grado di valutare o di reagire, diverse migliaia di euro, o anche preziosi in oro, con danno incalcolabile non tanto e non solo sul piano patrimoniale, quanto su quello morale, affettivo e psicologico. Si tratta infatti di ‘vigliacchi’ che non esitano a esercitare vere aggressioni psicologiche nei confronti dei soggetti deboli, di fare leva sui loro affetti e sentimenti, o di violare la privacy in casa, di incutere timori e usare talvolta violenze pur di sottrarre i pochi risparmi di una vita, spesso condotta in solitudine. La tecnica è, in sintesi, quella dell’uso di ‘artifizi e raggiri’ utilizzata con la consapevole certezza che il povero anziano scelto come vittima non avrà nessuna capacità, né possibilità di evitare di cadere nella trappola, né di reagire”.
E il peggio è che queste truffe permettono ai delinquenti di guadagnare tanto a fronte di rischi quasi nulli. Lo spiega bene lo stesso generale Carmine Adinolfi: “A fronte del rilevante danno sociale prodotto dal reato in questione, l’articolo 640 del codice penale, che disciplina la ‘truffa’, prevede sanzioni che, seppure in presenza di aggravanti previste dall’articolo 61 n.5 del codice penale, non consentono alle forze di polizia e ai magistrati di intervenire con la necessaria efficacia. L’Emilia Romagna – continua il comandante – è una delle regioni più esposte con un’evidente azione di pendolarismo dei malviventi in questione che, peraltro con intelligenza deviata, hanno scelto non a caso un’attività criminosa che, con minimo rischio, consente loro di realizzare facili proventi illeciti. Neppure l’eventuale configurazione di una ‘associazione’, tutta da dimostrare – lamenta il generale Adinolfi – garantisce l’adozione di provvedimenti più incisivi sul piano penale”.
Una situazione paradossale, incredibile, ma sulla i carabinieri del Comando interregionale “Vittorio Veneto”, di cui anche Parma fa parte, hanno deciso di andare fino in fondo. Se non si può fare troppo affidamento sulla repressione, allora si fa prevenzione.
“A fronte di tale gravissima situazione, destinata a peggiorare – sottolinea amaramente il generale Adinolfi – i carabinieri del Comando interregionale ‘Vittorio Veneto’ hanno avviato un’intensa e capillare attività di prevenzione, con la collaborazione dei sindaci, dei parroci e dei colleghi in congedo. L’importante iniziativa, particolarmente curata nelle regioni più colpite (nel Centro-Nord Italia), sta dando buoni risultati. Ma essa resta non sufficiente, poiché non sempre la preziosa informazione dell’Arma giunge nelle case delle persone più deboli e spesso gli interessati non sono in grado di recepirne il messaggio”.
Insomma, sembra quasi una mission impossible. Ma non tale da scoraggiare i carabinieri che ce la mettono tutta ogni giorno, anche attraverso il capillare controllo del territorio.
“Certamente è utile parlare sempre più del fenomeno, anche con i ragazzi nelle scuole, o con la collaborazione degli organi di informazione – sotolinea in conclusione il generale Carmine Adinolfi -. E’ evidente che i familiari devono fare la loro parte dando il necessario sostegno ai congiunti esposti evitando che tengano denaro in casa. Per comprendere meglio il delicato problema occorre immaginare che ad essere colpito da così vili aggressioni possa essere prima o poi anche un nostro congiunto. Allora, forse, capiremo che c’è un grave fenomeno da risolvere subito e con provvedimenti più incisivi sul piano penale. Alla solitudine di tanti anziani non si può unire l’amarezza del raggiro!”.
A Parma sono tante le iniziative che mirano ad informare gli anziani, ma anche quei congiunti che possono aiutarli ad arginare il fenomeno. Ed a queste partecipano anche i carabinieri. Come lo stesso capitano Giovanni Orlando in questi giorni impegnato al fianco di Federconsumatori che porta in teatro uno spettacolo per mettere in guardia tutti sui sistemi utilizzati dai truffatori.