Un detenuto del carcere di Parma fa esplodere una bomboletta di gas, incendiando la cella. Il tutto appena un attimo prima che l’agente della Polizia penitenziaria – chiamato ad intervenire – aprisse la porta. Sarebbe bastato qualche secondo di anticipo e per l’agente le conseguenze sarebbero state ben diverse. L’uomo, infatti, è finito in ospedale soltanto a causa della gran quantità di fumo respirata, ma se fosse arrivato un attimo prima sarebbe stato investito in pieno dalla deflagrazione della bomboletta.
L’agente della penitenziaria, infatti, non ha perso la lucidità e si è subito lanciato nella cella per tirare fuori e mettere in salvo il detenuto che si era reso protagonista dell’insana protesta. Il tutto è avvenuto nel circuito Alta Sicurezza
A denunciare l’ennesimo episodio di violenza all’interno del carcere di via Burla, è la segreteria del Sinappe, il sindacato autonomo degli agenti della penitenziaria, che in una nota “ribadisce, ancora una volta, come il susseguirsi incessante di tali episodi sia da ricondurre ad una serie di problematiche che da tempo si chiede di risolvere, quali, ad esempio, la necessità di contemperare le esigenze di sicurezza con quelle trattamentali, la difficile convivenza tra detenuti in buone condizioni di salute con quelli malati che affollano le sezioni ordinarie non potendo essere tutti ricoverati presso l’ex Centro Diagnostico Terapeutico (denominato da poco SAI senza che nulla sia cambiato nella sostanza), la carenza di percorsi di reinserimento lavorativo ai quali si predilige spesso attività d’intrattenimento, il silenzio assordante dell’Amministrazione Penitenziaria rispetto alla necessità di salvaguardare l’incolumità fisica del personale di polizia penitenziaria”.
Appena pochi giorni fa, un altro agente della Polizia penitenziaria era stato costretto a rivolgersi al pronto soccorso del Maggiore, in seguito all’aggressione – avvenuta sempre nel circuito Alta Sicurezza – da parte di un detenuto che, in quel caso, ha utilizzato la bomboletta del gas come arma contundente, provocando al poliziotto una profonda ferita al volto (leggi).